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da: Ufficio stampa Ferrara Art Festival

DOMENICA 2 AGOSTO IL FAUST & FRIENDS PRESENTA A FERRARA IN ANTEPRIMA NAZIONALE “IL SASSO CHE ALZA IL CIELO: LA MIA LUNGA RICERCA DELLA VERITA’ SUI NONNI UCCISI DAI PARTIGIANI NELLA BASSA EMILIANO ROMAGNOLA” DI LARA FOLETTI (FAUST EDIZIONI).

Sarà una serata dedicata alla storia, ad un momento fondamentale della storia di tutti noi, quella del 2 agosto (inizio ore 21.15, ingresso libero) al Giardino delle Duchesse di Ferrara (a Palazzo della Racchetta, via Vaspergolo 6, in caso di maltempo)
“Faust and Friends: il giardino letterario del Ferrara Art Festival” curato da Fausto Bassini e Virgilio Patarini con il patrocinio del Comune di Ferrara, giunge al suo ultimo appuntamento e porta sul palco del Giardino delle Duchesse un libro coraggioso e tenace che cerca tra le pieghe della Storia una verità scomoda.
“Il sasso che alza il cielo: la mia lunga ricerca della verità sui nonni uccisi dai partigiani nella bassa emiliano romagnola” (Faust Edizioni) di Lara Foletti diviene così protagonista di una serata che vedrà protagonisti oltre all’autrice, l’editore Fausto Bassini e un ex partigiano, classe 1928, che svelerà particolari inediti delle stragi comuniste del dopoguerra.
La presentazione sarà accompagnata dalle letture di Maurizio Ganzaroli.
Come l’equiseto – una piantina umile ma potente, chiamata “il sasso che alza il cielo”, che ogni primavera rinasce nei terreni paludosi – così l’autrice di questo libro ha lottato per anni, nella doppia veste di sociologa e di nipote, alla ricerca della verità sul barbaro assassinio dei nonni materni. Non aveva ancora sei anni, Lara, quando il 29 maggio 1945 Domenico Cuffiani ed Emilia Gattia venivano prelevati da due partigiani armati, mentre lavoravano nei campi di Longastrino (un paese tra Ravenna e Ferrara), e trucidati senza pietà sulla golena del fiume Reno.
Qual è il movente di un’azione così illogica e arbitraria, non avendo i Cuffiani mai fatto male a nessuno?
Dal suo primo articolo di denuncia uscito su Repubblica nel 1990, alla compatta rete di amicizie con i familiari di alcune vittime della ferocia comunista, dagli interventi (più o meno censurati) in convegni e noti programmi televisivi, sino agli scontri a testa alta con gli storici locali che «tagliano la Storia con l’accetta», questo sfacciato coraggioso volume ci dona, con emozione e senza filtri di comodo, il percorso netto di Lara Foletti – intellettuale e redattrice di importanti riviste – nei Gironi Infernali delle Stragi Partigiane. Narrando anche le vicende di una guareschiana Brescello delle Valli, e di una saga familiare contadina, dagli inizi del Novecento al dopoguerra delle cooperative rosse.
Una storia incredibile ma “rigorosamente vera” come la definisce il giornalista e ricercatore storico Paolo Pisanò nell’introduzione.
Il volume è corredato di un’importante sezione finale di “Fotografie e documenti inediti”.
Epocale risulta – per la prima volta, in 70 anni, a Ferrara, per di più da un editore ferrarese! – la divulgazione del seguente documento finora inedito.
Testimonianza in presa diretta – anni luce lontana da tanta mielosa e zuccherosa retorica imposta dalla vulgata resistenziale di partigiani ‘eroi’ – le sevizie, gli stupri, le stragi attuate, subito dopo la Liberazione, dalla 35ª Brigata Garibaldi “Bruno Rizzieri”, secondo le rivelazioni di un ex partigiano giudicato attendibile dagli inquirenti dell’epoca.
Questa mattanza restò, tuttavia, impunita. All’esterno del fabbricato nessuna targa, oggi, ricorda questo scempio, ricorda la Storia Nascosta (l’unica targa è quella, famosissima e celebrata, dedicata alla ‘casa natale’ di Giorgio Bassani, appunto in via Cisterna del Follo 1).
Il Comando della brigata aveva sede a Ferrara nel caseggiato di proprietà del dottor Bassani (famiglia di Giorgio Bassani), in via Cisterna del Follo N. 1 all’angolo con via Ugo Bassi.
Questo il testo del documento, riportato in trascrizione ma anche riprodotto in originale, sul libro della Foletti:

«Al COMANDO MILITARE ALLEATO di FERRARA

Il sottoscritto detenuto SEGERER HERMANN trattenuto al Carcere Giudiziario, prega codesto rispettabile Comando di voler sottoporlo ad interrogatorio avendo egli deposizioni importanti di carattere urgente da riferire. Il sottoscritto rende noto di aver fatto parte della brigata partigiana di Ferrara e perciò è a conoscenza di particolari importanti […].
[…] Il Segerer è anch’egli un partigiano ed ha confessato di aver partecipato all’uccisione di numerosi fascisti in Via Cisterna del Follo e di sapere che alcune centinaia di fascisti sono stati massacrati dal 23 aprile alla metà di giugno sepolti in fosse comuni o gettati nel Po.
Di tre ragazze rispettivamente di 17, 19, 20 anni, asserisce di aver assistito allo scempio. Furono denudate e sottoposte alle voglie di 15 partigiani poi furono torturate e barbaramente uccise e infine tagliate a pezzi e sepolte in una fossa comune».

LARA FOLETTI. Sociologa allieva di Francesco Alberoni, ha curato l’edizione italiana del Dizionario di psicologia e del Dizionario di sociologia per la casa editrice Gremese.
È stata ospite di trasmissioni Rai e Mediaset, e ha tenuto rubriche sulle storiche riviste “Effe” (di cui è stata cofondatrice) e “Minerva”.
Suoi articoli sono apparsi nei quotidiani “Libero”, “Il Foglio” e “la Repubblica”.
Il “Chi è?” delle donne italiane: 1945-1982 di Marina Ceratto (Mondadori, 1982) le ha dedicato una voce.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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