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da: organizzatori

Con un nuovo doppio concerto torna lo scoppiettante Racket Festival. Sabato 20 giugno (inizio ore 21.30) saliranno sul palco di Palazzo della Racchetta a Ferrara (Via Vaspergolo 4/6) il pianista brasiliano Marcelo Cesena e la Uncle Paul Blues Band, per una serata fatta di apparenze lontane e calore, sensazioni accennate e sentimenti profondi.
Vincitore nel 2013 e nel 2009 del Premio Internazionale della Stampa brasiliana come “miglior musicista brasiliano che vive in America”, Marcelo Cesena ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con la sua arte unica e le sue emozionanti interpretazioni della vita attraverso la musica. Molto apprezzato nel mondo della musica classica, Marcelo Cesena si è esibito come solista in prestigiose sale da concerto di tutto il Brasile, in Italia, in Bosnia, in Francia e negli Stati Uniti.
Per due volte è stato vincitore del Concorso Giovani Solisti dell’Orchestra Sinfonica dello Stato di San Paolo; vincitore della Prima Competizione di Musica da camera della Facoltà di Santa Marcelina e di molti altri riconoscimenti.
Marcelo Cesena si è formato presso il Conservatorio musicale di Santana, Brasile, Facoltà di Santa Marcelina e presso la Facoltà di Mozarteum di San Paolo, Brasile; ricevendo il Master in Piano di Performance dall’ Arizona State University, dove è stato premiato con una borsa di studio; e perfezionandosi alla UCLA (Università della California, Los Angeles) in musica per cinema e televisione, e in “Digital Entertainment Media Program”.
Oltre alla sua carriera discografica, dopo aver pubblicato diversi CD di brani originali, Cesena ha scritto le musiche per una serie di film indipendenti negli Stati Uniti.
Entusiasmato dal processo di realizzazione di un film, si è dedicato alla produzione fondando una sua società di produzione, la LakeStar Productions, nel 2010, con la sua compagna Susan Watkins.
Attualmente vive a Los Angeles e continua ad esibirsi in concerti da solista in tutto il mondo.
La Uncle Paul Blues Band nasce quasi per caso nel 2013 in occasione della festa di compleanno di Paolo Bertelli. Per l’occasione Bertelli aveva raccolto intorno a se una schiera di musicisti, alcuni dei quali molto giovani, coi quali aveva avuto precedenti collaborazioni.
La formazione è andata però oltre l’esibizione di quella prima serata e anche quest’anno i concerti della band sono stati diversi a Ferrara e non solo.
Il repertorio della band spazia fra il Blues delle origini ed il Rock and Roll degli anni ’50 fino ai primi anni ’70.
Paolo Bertelli, figlio di musicista, impara a suonare la chitarra da autodidatta a metà degli anni ’60 esibendosi con numerosi gruppi ferraresi (fra i quali gli “Ever Beat”, “I Bardi”, “Le Stagioni”, “Capitolo Sesto” e “Circuito Stampato”), fondando anche un’etichetta, la “Musicando”.
La musica sperimentale è una delle massime passioni artistiche di questo personaggio che continua a mantenere lo spirito della ricerca ma nello stesso tempo, e con grande passione, ama anche esprimersi in numerose jamsession ed esibizioni legate al vecchio blues con la propria armonica, strumento che frequenta da più di dieci anni e che gli dà forme diverse di espressione.
Prima, durante e dopo il concerto sarà possibile visitare le cinque mostre inaugurate nel pomeriggio di sabato 20 giugno e ospitate nei saloni di Palazzo della Racchetta.

Ingresso con tessera. Inizio ore 21.30.

(in foto: Marcelo Cesena)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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