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da: ufficio stampa Ferrara Art Festival

22 LUGLIO 2015. IL RACKET FESTIVAL PRESENTA TRE EVENTI CHE INTERSECANO TEATRO, LETTERATURA, POESIA, STORIA E PITTURA, PER UNA SERATA RICCA E ARTICOLATA.

Sarà un mercoledì sera ricco e articolato quello che si svolgerà, mercoledì 22 luglio a Palazzo della Racchetta di Ferrara (via Vaspergolo, 6). Una serata con tre eventi consecutivi, tutti a ingresso libero, che intersecano teatro e letteratura, poesia, storia e pittura.
Si comincia alle 19 con un incontro letteral-teatrale a cura della associazione belga Session’e di Bossut, che affronta alcune pagine di uno dei più discussi testi del novecento: l’Ulisse di James Joyce. La regìa è di Vittorio Possenti, con letture di Enzo Lenzetti.
Alle 21 Virgilio Patarini presenta e inaugura la mostra d’arte contemporanea da lui curata “Figure e Personaggi”; l’esposizione mette in parete le opere di Tiziana Buschettu, Ivan Cangelosi, Davide Ferro, Maurizio Ganzaroli e Luigi Ratti.
Una mostra che affronta il tema della figura in chiave moderna e si pone una semplice ma cruciale domanda: quando una figura dipinta diviene “personaggio”?
Le opere qui selezionate oscillano tra un realismo quasi “magico” dai colori virati (Ratti) oppure caldi e accesi (Buschettu) ad una certa tendenza alla stilizzazione in chiave pop (Ferro e Ganzaroli), fino alla contaminazione tra scrittura e disegno (Cangelosi).
A seguire, Patarini coordinerà l’incontro e il confronto tra tre autori e i relativi libri: Luciano Valensin e il suo libro di liriche e filastrocche “Le poesie di Lolli”, Maurizio Ganzaroli con la sua raccolta di racconti thriller “Buoni motivi per non dormire” e Simone Zagagnoni e il suo romanzo storico “Il battaglione dimenticato”
“Le poesie di Lolli” del senese Luciano Valensin è una raccolta di poesie e filastrocche che raccontano un mondo sempre in bilico tra realtà e giocosa fantasia, con un uso della rima e del gioco di parola leggero e musicale. Poesie piene di musica e di colore che trasformano la quotidianità in un mondo fantastico.
Il ferrarese Maurizio Ganzaroli propone invece il suo “Buoni motivi per non dormire”: una raccolta auto-prodotta di 10 racconti fantastici che esplorano tutti i temi del brivido classico. Si va dal gotico, al thriller, al surreale, al noir, al noir psicologico fino all’horror vero e proprio. In quasi tutti i racconti ci sono protagoniste volontarie o no, delle donne, che a volte sono delle vittime delle circostanze infauste, e a volte diventano loro le circostanze avverse per gli ignari passanti nelle loro vite. Ci sono anche due racconti non esattamente horror di cui il primo “La nebbia”, è una rivisitazione di un omonimo racconto già edito nel 2001, mentre l’altro ricorda lo Stephen King degli inizi, dove i bambini erano protagonisti e dove spesso la realtà risulta essere più spaventosa della fantasia
Chiude, da ultimo, un altro ferrarese: Simone “Salinguerra” Zagagnoni con il suo romanzo storico “Il battaglione dimenticato”.
Del libro è lo stesso autore a raccontare: “Questo racconto, affonda le sue radici alla fine degli anni ’80. In quei tempi mi recavo con i nonni in Tesino a trascorrere alcuni mesi di villeggiatura ed ebbi modo di conoscere il forte di Cima Campo. Da quegli anni iniziai a studiare la storia locale, quella della Prima Guerra Mondiale e mi appassionai di montagna. Un paio di anni fa poi, parlando con alcuni amici, seduti alla Malga di Cima Campo mentre gli raccontavo i fatti di guerra vissuti dal forte, mi dettero l’idea: <>La cosa, lì per lì, andò giù per le scale di cantina, ma il seme era piantato! Mesi dopo iniziai a pensare come e cosa narrare, se fare un saggio (ma ce n’erano già diversi) o una narrazione. Scelsi la strada del racconto. Così, dopo quella visita al forte iniziai a raccontare, mettendo su carta, la mia storia, parzialmente autobiografica e romanzandoci sopra arrivai a raccontare del battaglione Monte Pavione e dei suoi uomini che nei primi giorni di quel novembre 1917 videro la guerra e fermarono l’avanzata austriaca per alcuni giorni”. La storia è accompagnata da alcuni disegni realizzati dal ferrarese Marco Ardondi.
Luciano Valensin, pittore, poeta e regista teatrale di teatro per ragazzi è nato a Siena nel 1938, diplomato all’Istituto d’Arte di Siena nell’anno 1960, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha insegnato Disegno ed Educazione Artistica dal 1962 al 1970, interrompendo la continuità e trasferendosi per cure in Inghilterra, dove ha insegnato Lingua e cultura italiana presso l’ “Adult Education” di Gillingham (Kent). Ha frequentato i corsi di recitazione presso “Il Piccolo teatro” di Siena sotto la guida del Maestro C.Francini. Nel 1960 ha tenuto la prima personale di pittura a Siena, nel Chiostro di S.Andrea, alla quale hanno fatto seguito molte esposizioni a Siena, Firenze, Poggibonsi, Colle Val d’Elsa, Certaldo, Londra e infine Canterbury (invitato al Festival). Nel 1972 è rientrato in Italia dove ha ripreso l’insegnamento, continuato fino al 1998. Dal 1980 al 1998 ha allestito molti spettacoli teatrali. Negli anni 1998-2000 ha diretto il Laboratorio teatrale della Scuola Media Statale A.di Cambio di Colle di Val d’Elsa, tenendo anche un corso di aggiornamento per i docenti delle scuole del Comune. Ha collaborato inoltre con la sezione di Tempo prolungato per la messa in opera dello spettacolo “La favola bella del gatto Zorba e della Gabbianella”, di cui ha redatto il testo. Ha inoltre continuato a svolgere attività presso la Scuola Media Marmocchi di Poggibonsi. Dal 1983 al 1987 ha diretto “Il Teatrino dei Marmocchi”. Ha scritto o adattato molte sceneggiature teatrali oltre che aver curato molte rappresentazioni di mimo . Ha partecipato a svariati concorsi di poesia riuscendo ad ottenere primi premi o importanti segnalazioni tra le quali “La Gibigiana”, il cui 1° Premio consisteva nella pubblicazione di un libro. I suoi interessi sono concentrati sulla preparazione e nella regia teatrale, lavorando con i suoi allievi del gruppo “L’Hippogriffe du reve”, che opera presso il Centro Danza Val d’Elsa a Poggibonsi, e la pittura alla quale ha dedicato tutta la sua vita. Nel 2002 ha vinto il primo premio assoluto di poesia “Anfiosso” a Roseto degli Abruzzi e segnalato in altri tre concorsi. Vive e lavora a Barberino Val d’Elsa
Maurizio Ganzaroli, nato a Ferrara nel 1969, spaziando tra varie arti come la pittura con partecipazioni a diverse mostre personali e collettive, nella propria città, a Milano e Roma, la scultura, istallazioni luminose, e video, ha da sempre affrontato la scrittura con una vena Horror e fantascientifica, ha pubblicato alcuni libri in cartaceo e in versione digitale, con partecipazioni a diversi concorsi.
Simone “Salinguerra” Zagagnoni. Nato nel 1976 a Ferrara dove già da molto giovane inizia ad occuparsi di storia cittadina. Grazie ai lunghi mesi estivi trascorsi a Castello Tesino (TN) in villeggiatura con i nonni materni, ha imparato ad amare e apprezzare la montagna e la quiete.
Le sue passioni a tutt’oggi sono la storia ferrarese e più in generale quella medievale, la storia della Prima Guerra Mondiale, quella della Seconda e nel tempo libero, non manca mai di concedersi qualche giorno all’aria aperta in montagna, nei luoghi in cui ha potuto trascorrere l’infanzia. Negli ultimi anni poi si è dedicato alla poesia e alla scrittura di saggi e romanzi.
Ha adottato il soprannome ‘Salinguerra’ per la simpatia che nutre nei confronti del capo della fazione ghibellina ferrarese il quale osteggiò pesantemente l’ingresso e la presa di potere della famiglia degli Estensi in città. Attualmente vive nella città di Ferrara dove gestisce un’agenzia professionale di comunicazione.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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