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Da: Alessia De Angelis, Responsabile Comunicazione di Papernest,

Mi permetto di scrivervi di un articolo da noi redatto sul tema del nostro effetto sull’ambiente e di un test da noi elaborato per calcolare l’impatto ambientale delle nostre abitudini al telefono e su come compensare questo impatto, che credo fortemente potrebbero interessare i vostri lettori.

In particolare, avendo notato che sul vostro sito avete già affrontato tematiche simili. Vista l’importanza dell’argomento, ho pensato potesse essere gentile inviarvi quanto abbiamo scritto in merito al legame tra uso degli smartphone e impatto sull’ambiente: con un rapido test illustrato nell’articolo, si potrà vedere l’impatto energetico delle proprie abitudini e persino quanti alberi si dovrebbero piantare per compensare!

Intendiamo svolgere della sana informazione e diffondere presso le fonti che riteniamo autorevoli degli articoli e delle notizie utili per il cittadini. Avendo sviluppato il test perché sia trasparente e semplice da utilizzare, ci proponiamo di incuriosire e informare i cittadini.

Nella convinzione pertanto che questo articolo possa interessare i vostri lettori, vi propongo di pubblicarlo sul vostro sito. Sentitevi tranquillamente liberi di copiare e incollare l’articolo che troverete qui sotto, chiedendovi solo l’accortezza di specificare la nostra fonte: https://www.csttaranto.it/calcola-la-tua-impronta-ecologica/

INIZIO ARTICOLO

Ti sei mai chiesto l’effetto sull’ambiente del tuo smartphone? Sapevi che il volume di utilizzo del tuo telefono ogni giorno determina quanto inquini? Ebbene è giusto che tu sappia che tutte le volte che che lo utilizzi stai emettendo Co2 nell’aria.

Da oggi puoi calcolare in meno di 10 secondi quanta Co2 generi con questo semplice e rapido test basato all’uso del tuo traffico dati. È semplice ed utile, e ti permette di visualizzare chiaramente la quantità di anidride carbonica che rilasci nell’atmosfera in un anno.

E…alla fine del test, potrai vedere quanti alberi dovresti piantare per compensare queste emissioni!

Al giorno d’oggi la preservazione dell’ambiente e le dinamiche legate  all’ambientalismo sono valori importanti e da tramandare, per assicurare alle generazioni future un mondo pulito.

Tutti conosciamo e ci adoperiamo in una serie di ecoabitudini che impattano la nostra impronta ecologica (dall’inglese carbon footprint), ovvero il nostro consumo delle risorse naturali della Terra. Abitudini come la raccolta differenziata, il risparmio d’acqua, l’uso di energia o l’attenzione alle bollette e ai prezzi, sono aspetti chiave a cui prestare attenzione e che sono per tutti all’ordine del giorno perchè spesso citati dai media.

L’energia e il digitale

Un aspetto che invece viene raramente tenuto in considerazione è quanto l’uso dello smartphone impatti sui nostri consumi e sulla nostra impronta ecologica.

Secondo il rapporto dell’AGCOM, il consumo di traffico dati è cresciuto tra il 2016 e il 2020 ad una media del 52,7 % con un consumo medio per utente pari a circa 9,4 GB al mese ed una crescita del 441 % dal 1,69 GB del giugno 2016. Questi valori, con il prossimo arrivo del 5G, si stima, triplicheranno negli anni venturi.

Al netto dei benefici effetti della digitalizzazione, Internet ha prodotto nel 2018 circa il 4 % delle emissioni globali di CO2 e si stima arriverà al 14 % in meno di vent’anni. I consumi e le emissioni dell’industria digitale sono in costante crescita (con valori che triplicano dagli inizi degli anni 2000), ed ora sappiamo che anche l’uso massiccio di smartphones influisce enormemente sulle emissioni. E questo è un fattore in costante crescita.

Anche se al giorno d’oggi il traffico di dati mobili rappresenta una parte minore delle emissioni mondiali di Co2, i dati dimostrano che ben presto diventerà un fattore incontrollabile data la repentina ed esponenziale crescita. Molte app consumano un gran numero di dati e sono soprattutto le app di streaming le principali indiziate. Nel concreto, i flussi video rappresentano circa l’1 % delle emissioni mondiali di Co2.

Il traffico dati e le emissioni di Co2

Stando ai dati, gli italiani consumano una media di 9,1 GB al mese nel 2020 per un consumo energetico pari a 68,25 KWh di energia. Da qui il calcolo diviene abbastanza semplice, per ogni GB consumato in 4G, si utilizzano 7,5 KWh di energia e poiché in Italia ogni KWh di energia prodotta rappresenta in media 0,36 kg di emissioni di Co2 (fonte), ogni GB di dati mobili consumati equivale ad un’emissione di 2,325 kg di CO2.

Quanto influisce il vostro smartphone? Torniamo al nostro utilizzo ed andiamo ancor più nel concreto: quanto inquina ognuno di noi con il proprio telefono? La risposta naturalmente dipende in larga misura dall’utilizzo e dai relativi parametri.
Per questa ragione abbiamo creato questo test (qui di seguito), grazie al quale potrete facilmente stimare in pochi secondi il vostro consumo medio annuo di dati mobili e le relative emissioni di CO2.
Una piccola chicca: potrete anche vedere quanti alberi dovrete piantare ogni anno per compensare alle vostre emissioni.

Test: https://www.csttaranto.it/calcola-la-tua-impronta-ecologica/

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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