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Concerto di sabato 10 luglio

Bologna, DumBO, ore 21:30
Roberto Gatto Perfect Trio

Alfonso Santimone, pianoforte, tastiere, elettronica

Pierpaolo Ranieri, basso elettrico

Roberto Gatto, batteria

In collaborazione con Coop Alleanza 3.0 e DumBO

 Sabato 10 luglio, alle ore 21:30, l’edizione estiva del Bologna Jazz Festival proseguirà il suo lungo weekend a DumBO. Per questo nuovo appuntamento è previsto l’arrivo del Perfect Trio del batterista Roberto Gatto, che catapulta la tradizione jazzistica verso galassie futuribili grazie al contributo di Alfonso Santimone (pianoforte, tastiere ed elettronica) e di Pierpaolo Ranieri (basso elettrico). Il concerto è realizzato in collaborazione con Coop Alleanza 3.0 e DumBO.

Dopo una lunga e fortunata carriera che lo ha portato al vertice del jazz italiano, del quale è il batterista più rappresentativo, Roberto Gatto ha iniziato a spostarsi dal ruolo di sideman di lusso a quello di leader, creando una serie di gruppi che, c’era da aspettarselo, hanno raccolto un immediato successo. Senza smettere di arricchire un curriculum di collaborazioni nel quale spiccano i nomi di Bob Berg, Johnny Griffin, George Coleman, Phil Woods, James Moody, Curtis Fuller, Cedar Walton, Joe Zawinul, Pat Metheny, oltre che delle principali band italiane (Trio di Roma, Enrico Rava, Franco D’Andrea, Enrico Pieranunzi…), ora Gatto è evidentemente concentrato innanzi tutto sulla propria musica.

Dopo una serie di situazioni più legate alla tradizione jazzistica (come gli omaggi in quintetto a Miles Davis e Shelly Manne), Gatto creò quasi un decennio fa l’Electrio, andando con esso a esplorare nuove sonorità elettriche, che si riallacciavano a un coevo progetto che ripercorreva il repertorio del progressive rock. Da allora è cambiato il nome della band, che ora è il Perfect Trio, ma i compagni di palco di Gatto sono gli stessi: Alfonso Santimone, pianista e tastierista votato al modernismo, e Pierpaolo Ranieri al basso elettrico.

Il Perfect Trio si muove all’insegna della sperimentazione legata alle nuove sonorità, sovrapponendo la tecnologia moderna (loops, live electronics) a quella vintage dei sintetizzatori analogici. Atmosfere cariche di groove, alternate a momenti di alto lirismo e a spericolate improvvisazioni libere, danno vita a una performance multiforme, sempre sorprendente. Il Perfect Trio è la formazione con la quale Roberto Gatto si concede di suonare in assoluta libertà.

Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Bologna Città della Musica UNESCO, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol, Coop Alleanza 3.0, TPER, Città Metropolitana di Bologna, Stefar – Peugeot, il main partner Gruppo Hera e in collaborazione con DumBO, Associazione dei Parenti della Strage di Ustica, CUBO LIVE.

Associazione Bologna in Musica
tel.: 334 7560434
e-mail: info@bolognajazzfestival.com
www.bolognajazzfestival.com

Ufficio Stampa: Daniele Cecchini
cell. 348 2350217
e-mail: dancecchini@hotmail.com

Biglietti:
Intero: 15 euro + 2 euro di prevendita
Ridotto: 13 euro (valido per Card Cultura, clienti Gruppo Hera, abbonati annuali Tper, Bologna Jazz Card 2020-21)
Ridotto Under 26: 12 euro
Soci Coop: 12 euro (solo acquistando il biglietto la sera stessa del concerto, dalle ore 19:30)

Prevendite:
– sul sito www.vivaticket.it e su tutto il circuito VivaTicket

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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Francesco Monini
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