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Da: Ufficio Stampa
BONDENO (FERRARA), 05-05-2019.
Il Concorso letterario di Bondeno ha premiato i suoi vincitori, nell’incontro pubblico svoltosi sabato scorso, alla sala 2000. Un grande successo di partecipazione, con oltre 250 elaborati, che hanno approfondito il tema della “musica nella vita” e del suo legame nei confronti di pensieri ed emozioni. «Una nota particolarmente lieta arriva dal contributo al concorso portato dagli adulti – spiega il presidente della Società Operaia di mutuo soccorso che organizza il concorso letterario, Paolo Saltari –. Senza nulla togliere a tutti i ragazzi, che sono stati come sempre bravissimi». Toccanti, ma al tempo stesso vivaci le loro presentazioni degli elaborati durante la cerimonia. Con alcuni pluripremiati, dal momento che le commissioni erano miste: la commissione interna della Società Operaia, quella della famiglia dell’indimenticato professor Andrea Bergamini e la “giuria” che assegna annualmente il premio del Comune, denominato “Città di Bondeno”. «Quest’anno – aggiungono l’assessore alla cultura, Francesca Aria Poltronieri e il vicesindaco Simone Saletti – è per Bondeno quello della lettura, durante il quale è stata inaugurata anche la nuova Casa della Musica, poche settimane dopo i festeggiamenti per i 150 anni della Società Operaia di Mutuo soccorso. Una concatenazione di fattori che coincide con la trattazione del tema musicale, in un concorso che è un motivo di vanto per il nostro territorio. In particolare – concludono – il ringraziamento è rivolto agli studenti delle scuole, da sempre attivissimi nel portare i loro contributi e ai docenti che li seguono e che permettono loro di approfondire le tematiche scelte di anno in anno».

Questi tutti i vincitori, suddivisi per le varie categorie. Scuole primarie, sezione “poesia”; 1° Lorenza Vincenzi (5° E di Bondeno). Sezione “prosa”: 1° Luca Mazzetti (5° di Scortichino). Scuole secondarie primo grado, sezione “poesia”: 1° Eleonora Gallini (3° A di Bondeno). Sezione “prosa”: 1° Giulia Malaguti (2° C di Sant’Agostino). Scuole secondarie di secondo grado, sezione “poesia”: 1° Francesco Solera (5° Y liceo scientifico). Sezione “prosa”: 1° Iman Salmi (3° AB Ipssc). Categoria adulti, sezione “poesia”: 1° Susanna Veratti. Sezione “prosa”: 1° Anna Rita Paganini. Sezione “vernacolo”: 1° Luciana Guberti. Premio speciale assegnato dal “Treb dal Tridel”: 1° Edoardo Penoncini. Premio speciale “Andrea Bergamini”: 1° Sofia Elettra Mazzi. Premio “Città di Bondeno”: 1° Giada Maria Mazzetti, 2° Marco Maria Barbieri.

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di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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