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da: Paolo Spath, portavoce provinciale di “Fratelli d’Italia”

“Nell’ampio dibattito che in questi giorni sta nuovamente incendiando l’opinione pubblica e coinvolgendo la città e le cronache sul progetto di costruzione della Centrale Geotermica di via Conchetta si stanno spendendo numerosissime telefonate, sondaggi e dichiarazioni altisonanti. Modalità forse propagandistiche, sicuramente fortemente elettorali, ma che non ci appassionano.” Così Paolo Spath – portavoce provinciale di Fratelli d’Italia a Ferrara- che aggiunge “Data però l’importanza della vicenda, abbiamo preferito tornare a parlare con chi la politica ha il compito di rappresentare: i residenti a Malborghetto, Pontegradella, Francolino attraverso i nostri militanti e iscritti che hanno incontrato e ascoltato moltissime delle lamentale e osservazioni dei cittadini.”
“Considero in modo personale assolutamente positiva la geotermia e le energie rinnovabili quando DAVVERO pulite (il tema Ambiente e energia nel rispetto del territorio è stato uno dei punti fondamentali delle primarie delle Idee che abbiamo presentato in piazza a tutti i Ferraresi),” Continua il giovane rappresentante del movimento di destra “ma credo si debba anche tenere in grossa considerazione la volontà dei cittadini che dovranno vivere ogni giorno accanto all’eventuale impianto. E per fare questo chiudere la partita con un sondaggio telefonico commissionato altrove non credo proprio sia il sistema più adatto. Sembra quasi – conclude con una frecciata politica il portavoce Spath – che ci sia l’ombra di qualcosa fatta “ad hoc” per lavarsi la coscienza nei confronti dei potenziali elettori e consentire invece ad Hera e ai suoi sempre più forti interessi che pesano sul Comune di Ferrara, di continuare con la sua opera.”
“Nella giornata di ieri e nella mattinata di oggi, Venerdì 24 e Sabato 25 Gennaio, ci siamo infatti recati a Malborghetto di Boara, per controllare di persona il riscontro del sondaggio che Hera ha effettuato al riguardo della Centrale Geotermica di Via Conchetta.” A parlare è il militante di Fratelli d’Italia Matteo Severi, residente a Malborghetto, e che da mesi segue questa campagna con i vari coordinamenti createsi.” Quando abbiamo letto del “sondaggio effettuato da Hera e dal Comune di Ferrara, siamo rimasti totalmente sbalorditi: noi del quartiere interessato, non siamo neanche stati interpellati o chiamati in causa. Per questo motivo, abbiamo deciso – continua Severi,- di controllare personalmente l’entità di questo sondaggio, andando incontro ai cittadini con una squadra di una decina di attivisti per chiedere loro la vera opinione a riguardo. E le risposte sono state decisamente negative sulla questione della Centrale. Sono state interpellate circa 800 persone fra Malborghetto ed i quartieri vicini, arrivando sin in Via Borgo Punta e Via Lavezzola. Ovunque e dovunque la risposta era sempre la medesima.”
Tra le voci sentite, sono venute fuori molte richieste come del tipo:
-“Il famoso Referendum? Che fine ha fatto? Invece di spendere soldi pubblici per effettuare chiamate inutili, ma sopratutto chiamate alle persone sbagliate, si poteva utilizzare questo Nostro denaro per dare via al Referendum”
-“Se volete costruire una Centrale Geotermica, con o senza il nostro permesso, prima dovete mettere a posto le infrastrutture, la viabilità (già critica nella nostra zona). I vari automezzi, implicherebbero solo ulteriori danni al quartiere”
-“L’installazione di un rilevatore d’aria dell’ARPA, in modo di poter controllare di persone che questa eventuale Centrale non crei danni alle persone e all’ambiente. Per quanto riguarda l’ambiente, rovinerebbe l’intero Parco Urbano, ma evidentemente al nostro amato Sindaco non sta a cuore il bene della nostra città. Riprendo il caso del Centro Universitario Sportivo (CUS), già in “crisi d’aria” per colpa della Montedison. Ci mancherebbe solo una centrale a meno di 1km di distanza. Per chi pratica sport sarebbe una vera beffa, proprio per la salute personale”.
Queste sono solo alcune delle centinaia di domande che gli abitanti di Malborghetto di Boara e dei quartieri di Pontegradella e Francolino, vorrebbero rivolgere al sindaco.”- Conclude Severi – “Aspettiamo con ansia che si faccia chiarezza davvero e che questa questione si concluda per il verso giusto. Il primo cittadino ed il primo servizio di Ferrara devono essere al nostro Servizio, non contro di Noi. Ed è chiaro che i cittadini non la vogliono.”

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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