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Da: Ufficio Stampa Encanto Public Relations

La Associazione Nuove Radici Aps e NuoveRadici.World con il sostegno del Consolato generale degli Stati Uniti d’America di Milano organizzano l’incontro

“Le Nuove Radici della leadership. Come essere leader nella società multiculturale” Venerdì, 2 ottobre 2020, Triennale Milano Sala Agorà,Viale Alemagna 6. Milano

Secondo le stime della fondazione Ismu, al 1° gennaio 2019 la presenza complessiva delle seconde generazioni in Italia di età compresa tra gli 0 e i 35 anni, nate in Italia da almeno un genitore straniero o giunte minorenni, era di 2.825.182. “Quasi tre milioni di figli dell’immigrazione destinati a modificare il tessuto sociale, culturale, demografico del nostro Paese che gradualmente stanno entrando nelle istituzioni, emergendo nel mercato del lavoro in posizioni apicali”, osserva Cristina Giudici, direttrice di NuoveRadici.world, testata nata alla fine del 2019 per valorizzare il protagonismo delle nuove generazioni di italiani. “Medici, ingegneri, insegnanti, artisti, attivisti che vogliono conquistare la leadership per affermarsi individualmente e al contempo favorire una maggiore inclusione della diversity nella società. Il loro ruolo sarà infatti sempre più cruciale per prevenire forme di discriminazione, xenofobia e razzismo”. I relatori che abbiamo scelto per cambiare narrazione sono uomini e donne che hanno origine straniera ma radici ben piantate in Europa. All’inizio della loro vita, sono stati il ponte tra la cultura della famiglia d’origine e quella del Paese europeo dove sono cresciuti. Le doppie radici li hanno aiutati a sviluppare le proprie capacità e a trasformarsi in leader per l’inclusione. “La loro capacità di dare un contributo alla società multiculturale e di essere competitivi in un mondo globale ha favorito non solo la loro crescita personale, ma anche il loro empowerment, facendoli diventare influencer, attivisti e fondatori di community per l’inclusione e la coesione sociale”, aggiunge Piervito Antoniazzi, presidente dell’associazione Nuove Radici, che affianca la testata web di NRW.

Nuove Radici e il Consolato Generale degli Stati Uniti di Milano hanno deciso di dare vita a questo evento per far conoscere l’effervescenza intellettuale che non viene narrata. In tutte queste esperienze di leadership, possiamo fotografare un fenomeno reale: la leadership si forma attraverso l’interazione di culture. I nuovi leader sono interpreti preziosi della globalizzazione perché hanno superato il concetto di nazionalità, consapevoli del proprio background migratorio.

Anthony A. Deaton, Console per la Stampa e la Cultura presso il Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano, ha dichiarato: “Il Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano è orgoglioso di sostenere la missione di Nuove Radici: promuovere una nuova generazione di leader che provengono da diverse comunità con un passato di immigrazione. Questi giovani leader sono impegnati a creare opportunità nella politica, prosperità economica e giustizia sociale per tutti. È una missione che impegna anche il governo degli Stati Uniti, sul suo territorio e nel mondo”.

Francesco Mastro, socio fondatore e presidente di ArteficeGroup, che ha creduto fin da subito al progetto di Nuove Radici, spiega così la partecipazione all’evento: “Le ragioni per cui ArteficeGroup ha deciso di mettere a disposizione le sue competenze per il progetto di NuoveRadici.World sono molteplici, ma partono tutte da una stessa visione del mondo che vede nell’integrazione di saperi, culture e persone la condizione indispensabile di crescita sia personale sia della società in generale”

 Synergie Italia è una azienda leader nel settore delle risorse umane ed è partner dell’iniziativa. L’amministratore delegato Giuseppe Garesio commenta: “Il nostro lavoro consiste nel far emergere i talenti, e offrire loro opportunità professionali concrete e di qualità. È quindi naturale per noi sostenere iniziative come questa. È importante infatti valorizzare i percorsi dei “nuovi italiani”, perfetti interpreti della nuova società multiculturale, che anche il mondo del lavoro dovrà includere”.

 “Il tema dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità per creare valore aggiunto è sempre stato nel nostro DNA, pertanto non potevamo mancare a questa iniziativa – aggiunge Antonia del Vecchio, Diversity Manager dell’azienda -. Synergie Italia crede fermamente nella diversità come ricchezza e risorsa e sostiene che ciascun individuo, prima di essere un Employee, è una persona unica ed il suo valore risiede nelle sue innumerevoli sfumature”.

I relatori: 

Marwa Mahmoud, italoegiziana, è una delle poche donne riuscite a entrare in politica e ad affermare il suo diritto a esercitare una cittadinanza attiva. La sua testimonianza è importante perché siamo appena andati alle urne e diversi attivisti hanno avviato la campagna ilmiovotovale.com per chiedere una legge sulla cittadinanza in nome di tutti gli italiani maggiorenni di origini straniere che non possono votare.

Sono consigliera comunale del Comune di Reggio Emilia e presidente della commissione consiliare per i Diritti umani, Pari opportunità e Relazioni internazionali”, spiega. Ho trentacinque anni, sono nata ad Alessandria d’Egitto e cresciuta a Reggio Emilia. Ho studiato al liceo scientifico e mi sono laureata in Lingue e Letterature straniere a Bologna. Lavoro nell’ambito dell’intercultura all’interno del Centro interculturale “Mondinsieme” da oltre dieci anni e da sempre sostengo tutte le battaglie che riguardano i diritti umani e civili, il dialogo interculturale ed interreligioso e la riforma sulla cittadinanza per l’inclusione sociale e culturale delle nuove generazioni”. Il suo intervento verterà sul ruolo che possono giocare le nuove generazioni nei processi politici e sociali in Italia.

 

Abderrahmane Amajou, detto Ab, nato in Marocco nel 1986 ma italiano d’adozione dall’età di 6 anni. “Ho ricoperto il ruolo di referente d’area dei paesi del Nord Africa per Slow Food Internazionale. In seno all’organizzazione, nel 2015 abbiamo deciso di aprire un nuovo ufficio dedicato alle tematiche migratorie, di cui sono il responsabile”, afferma. “Con Terra Madre, stiamo creando una grande rete di produttori, allevatori, ristoratori, giornalisti e accademici. Tra gli obiettivi ci sono quelli di mettere in connessione le attività di Slow Food con le storie delle realtà migranti sul territorio, analizzare gli effetti delle migrazioni e del cambiamento climatico sulla biodiversità locale e supportare il coinvolgimento delle comunità migranti, visti come attori protagonisti nella cooperazione internazionale nelle loro terre d’origine”. Fa parte di Transatlantic Inclusion Leaders Network (TILN) di German Marshall Fund e lo scorso anno ha trascorso alcuni mesi negli USA, a Chicago, per apprendere la strategia del community organizer: pratiche utili nella creazione di comunità leader per il cambiamento. Ha già ricoperto il ruolo di consigliere comunale a Bra con deleghe alle politiche giovanili e all’inclusione ed è inoltre membro del CDA dell’Ufficio Pio della Compagnia San Paolo.

 

Hilda Ramirez, nata in Ecuador, in Italia dall’età di 7 anni. Lavora come webmaster freelance, attivista per i diritti umani e civili, presidente di Associazione Multietnica per la Cooperazione allo Sviluppo Umano di Genova e consigliera del direttivo del CoNNGI, il Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane. E ha anticipato: “All’incontro sulla leadership parlerò della diffusione dei social media, che ha radicalmente trasformato le modalità con cui gli utenti accedono alle notizie di loro interesse e questo vale anche per le associazioni e l’attivismo. La comunicazione è diventata bidirezionale: il cittadino si aspetta di essere ascoltato e soprattutto cerca un dialogo. Questo rapporto continuo, in tempo reale e spesso fuori dai classici orari di ufficio, richiede una nuova organizzazione del lavoro dei ragazzi di nuova generazione”.

 

Evelyne S. Afaawua, ha creato un brand imprenditoriale per gli afrodiscendenti. Imprenditrice italoghanese, afro hair trainer, CEO e founder di Nappytalia Eco Bio Cosmetics. Nel 2014 ha fondato Afro Italian Nappy Girls, la prima community italiana mirata ad aggregare le ragazze afrodiscendenti, afroitaliane, africane, miste e ricce che hanno deciso di valorizzare la propria identità attraverso i propri capelli. “Racconterò come ho creato una community, l’idea di condivisione nel trovare uno spazio sociale e mediatico per noi inesistente. Un leader è colui che viene riconosciuto come tale dalla sua comunità per le azioni concrete che svolge, a sostegno di essa. Essere un modello è un privilegio che comporta una grande responsabilità”.

 

Anass Hanafi è studente di Giurisprudenza presso l’università di Torino. Ha frequentato l’università di Friburgo per il suo erasmus e successivamente la Scuola di Politiche a Roma, fondata dall’ex premier Enrico Letta. Durante il suo percorso universitario ha fondato un’associazione universitaria ed è anche stato eletto come rappresentante degli studenti dell’università di Torino. Nel 2019 viene selezionato tra i futuri leader europei per TILN (Transatlantic Inclusion Leaders Network), organizzata dalla German Marshall Fund of the United States of America. Nello stesso anno diventa co-fondatore e vicepresidente di Nili, il Network Italiano dei Leader per l’inclusione, organizzazione che ha come obiettivo quello di accrescere la leadership dei giovani appartenenti alle minoranze e accogliere cittadini italiani con diversi background per produrre un valore aggiunto nella comunità. A partire da quest’anno fa parte anche dei Global Shapers, realtà giovanile del World Economic Forum. “Il mio motto è: Il cambiamento inizia da noi”, spiega. E all’incontro in Triennale parlerò della Leadership al servizio della comunità e del futuro della nostra società.

 

Boris Veliz è un giovane artista poliedrico: scenografo, artista digitale e urban artist. Nato in Ecuador e formatosi artisticamente a Milano, si è laureato in Scenografia per il Cinema e la Televisione con 110 e lode presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha lavorato come educatore portando avanti vari workshop sociali di avvicinamento alla pittura e al disegno con Cooperative come ‘Comin’. Ha collaborato come scenografo e aiuto-scenografo a programmi televisivi come Camera Cafè (Rai), spot pubblicitari, e cortometraggi. Nell’ambito Urban-art ha collaborato con brand come ‘Campari’ e ‘Roche’. Recentemente il Consolato dell’Ecuador gli ha conferito un riconoscimento istituzionale al suo talento durante la celebrazione della Giornata del Migrante. “Se penso alla definizione di chi è una figura leader, penso subito a qualcuno che sa seguire, prima ancora di essere seguito”, afferma, “perché se non hai mai seguito nessuno, non sai come è il sentimento dall’altra parte, non hai empatia. Per essere o diventare un buon leader è fondamentale possedere una serie di requisiti che non sono necessariamente le competenze professionali in un determinato settore, ma essere dotati di empatia, carisma, disponibilità, l’umiltà, la capacità di valorizzare ogni singolo membro del proprio team, capacità comunicative e inventiva nel risolvere il problema”.

 

Matteo Matteini, 54enne, milanese d’adozione ma irrevocabilmente riminese, con origini sparse fra l’Africa e il Mediterraneo. Studia scienze politiche, si specializza in sociologia urbana, fundraising, corporate social responsibility e coaching. Si occupa, in forme molteplici, di politiche pubbliche per l’innovazione sociale a supporto di organizzazioni multilaterali, nazionali, regionali e locali. Nel 2013 fonda Vitality onlus.

Per iscrizioni: nuoveradiciaps@gmail.com

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di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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