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Da: Ufficio Stampa
BONDENO (FERRARA), 14-05-2019.
Il modello di sicurezza integrata dell’Alto Ferrarese esiste da molti anni e funziona. Lo dicono i dati, che mostrano una capillare organizzazione che tiene insieme presenza di agenti sul territorio, videosorveglianza, condivisione di dati e informazioni, compartecipazione di forze dell’ordine in missioni interforze. Ma non è soltanto questo: «Il nostro modello – dicono il sindaco di Bondeno, Fabio Bergamini, e l’assessore alla sicurezza urbana, Emanuele Cestari – è improntato anche su di una organizzazione diffusa su tre comuni (Bondeno come ente capofila, Poggio Renatico e Terre del Reno) per quel che riguarda la polizia locale e su tutto il territorio dell’Alto Ferrarese, per quanto concerne la Protezione civile. Si tratta di un modello che agisce sulla prevenzione e che cerca di fare dialogare forze ed enti diversi, poiché solo in questo modo è possibile perseguire l’obiettivo della sicurezza. Sapendo che quest’ultimo non è mai raggiunto una volta per tutte, ma va sempre coltivato con nuove iniziative». Fa parte del “modello Alto Ferrarese” anche la Protezione civile, che viene impegnata in manifestazioni, gestioni di rischi e calamità (come il sisma 2012), sorveglianza idraulica e così via. Un insieme di mansioni e forze, quelle radunate in un sistema complesso, che tra di loro collaborano, con efficaci risultati. A tale proposito, mercoledì 15 maggio, il comandante della Polizia municipale dell’Alto Ferrarese, Stefano Ansaloni, parteciperà al tavolo di lavoro sulla “Sicurezza urbana”, in occasione dell’annuale Forum della P.A. (Pubblica Amministrazione), che si svolgerà dal 14 al 16 maggio a Roma, nella particolare cornice della “Nuvola di Fuksas”. Giunto alla sua trentesima edizione, il forum ha come mission quella di individuare la Pubblica Amministrazione come un “soggetto attivo in grado di creare valore”. «Nella nostra realtà, abbiamo creato un interessante modello in grado di raggruppare forze diverse (anche di Protezione civile, con la collaborazione di altre polizie e vigili del fuoco) con una centrale operativa che, a Bondeno, convoglia i dati raccolti su tutto il territorio dell’Alto Ferrarese – ricorda Stefano Ansaloni –. La polizia locale ha oggi funzioni diverse rispetto al passato, adeguate ai tempi, mirate anche a preservare e promuovere il benessere sociale. Andando a mediare situazioni che possono diventare critiche, anche tra cittadini, prevenendo fenomeni di degrado urbano, entrando nelle scuole per contrastare fenomeni come il bullismo, ed anche collaborando con osservatori civici e cittadini che, per mezzo delle loro segnalazioni, ci aiutano a prevenire fenomeni indesiderati, di microcriminalità». La relazione che Stefano Ansaloni farà a Roma sul cosiddetto “modello Bondeno e dell’Alto Ferrarese” è, insomma, ricca e strutturata. L’obiettivo finale del lavoro corale sarà la stesura di un documento che raccolga le linee guida da applicare in ambito di sicurezza urbana. Per il resto, il Forum P.A. mira all’implementazione delle misure integrative rivolte alla salvaguardia delle comunità, rispetto ai rischi che si generano in ambito urbano (di natura fisico ambientale, per esempio, ma anche “funzionale” e sociale). Oltreché con uno sguardo rivolto ai servizi di ordine pubblico (Safety + Security), che si raggiunge incrociando i diversi elementi distintivi contenuti nei vari modelli organizzativi: organizzazione e coordinamento tra le diverse unità operative; sistemi e dotazioni di rilevamento, monitoraggio e comunicazione di situazioni di rischio; gestione delle emergenze; raccolta, elaborazione ed analisi dei dati. «Il Forum P.A. – conclude Ansaloni – avrà come risultato finale la redazione di un documento di sintesi, cui ciascun intervenuto porterà il proprio contributo, e che verrà pubblicato sui canali ufficiali del Forum, promosso dalle amministrazioni locali e gli operatori nazionali impegnati nei processi di innovazione urbana». In tutto questo, il “modello dell’Alto Ferrarese” possiede diverse buone pratiche utili per ispirare innovazioni, nelle pratiche di polizia locale e sicurezza.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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