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Da: Il Gruppo dei 10

Cultura e turismo, a Ferrara, sono elementi rilevanti, che diventano ancora più strategici se analizzati in funzione di un possibile – quanto auspicabile – sviluppo economico. Quali sono i progetti e le proposte in materia dei candidati sindaci? E se a chiederlo sono quattro giornalisti tra direttori e responsabili dei media locali?

Si terrà martedì 7 maggio prossimo, alle ore 21 alla Sala degli Affreschi di Palazzo Crema (via Cairoli 13, Ferrara) “Ferrara: cultura e turismo per una città felicemente diversa”, incontro pubblico ideato da Il Gruppo dei 10 che si svilupperà attraverso le domande che i giornalisti rivolgeranno a chi è in corsa per governare la città. “La serata – spiega Massimo Cavalleretti, presidente del Gruppo dei 10 – verterà sul tema della cultura come chiave d’interpretazione per l’auspicabile crescita della nostra città, sia per la qualità della vita dei suoi abitanti, che per le positive ricadute sul turismo e sull’economia”.

Ai giornalisti Cristiano Bendin (responsabile della redazione ferrarese de Il Resto del Carlino), Dalia Bighinati (direttrice di Telestense), Luca Traini (direttore de La Nuova Ferrara) e Marco Zavagli (direttore di Estense.com) sarà affidato il compito di rivolgere le opportune domande ai candidati, al fine di ottenere, nel poco tempo a disposizione, risposte concrete, che possano suggerire in modo compiuto quale politica amministrativa intenderanno perseguire in riferimento al tema proposto. Al termine del giro di domande e risposte, se rimarrà del tempo, verrà data la possibilità d’intervento anche al pubblico e alle associazioni culturali che operano in città, invitate a partecipare. Come candidati sindaci saranno presenti Alberto Bova (Ferrara in Comune), Alan Fabbri (Centrodestra), Andrea Firrincieli (InnovaFe), Roberta Fusari (Azione Civica), Tommaso Mantovani (Movimento 5 stelle), Massimo Masotti (Gol, per Francesco Rendine), Giorgio Massini (Ferrara Libera) e Aldo Modonesi (Partito Democratico).

Il Gruppo dei 10 è una realtà nata nel 2010 su volontà di alcuni ferraresi, desiderosi di arricchire il panorama culturale con rassegne jazz (e non solo). Da sempre, oltre alla dedizione per la musica, nell’intento del Gruppo dei 10 c’è anche quello di creare momenti di incontro e di scambio, il più possibile equi ed equilibrati, utili alla vita pubblica, sociale ed economica cittadina.

“Ci auguriamo che la serata del 7 maggio – commenta il presidente Cavalleretti – sia vissuta all’insegna della vivacità e della chiarezza delle idee. La sua stessa realizzazione, che ci vede convinti promotori, dimostra come sia importante la vicinanza e la collaborazione fra soggetti pubblici e privati e la mediazione della stampa, che, come crediamo da sempre, può avere grandi possibilità e responsabilità nel favorire la crescita della città e del suo territorio comunale. Siamo sempre più convinti, che, senza questo comune sentire, Ferrara resterà drammaticamente a specchiarsi nel suo splendido passato, troppo distante dalla realtà attuale”.

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Riceviamo e pubblichiamo


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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