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Una casa dove entri per uscire sempre da qualche altra parte. E’ un piccolo viaggio nel mondo dell’arte, quello che si fa quando si visita la galleria-abitazione di Maria Livia Brunelli. La home gallery è sulla stessa via di Palazzo dei Diamanti, che è in corso Ercole I d’Este, ma una ventina di numeri civici più in su, proprio attaccata al castello e al cuore della città. Da anni la critica e gallerista ferrarese ha abituato i suoi visitatori a esplorare mondi artistici costruiti in dialogo con il tema che occupa le sale di Palazzo dei Diamanti. Così – adesso che nella Galleria d’arte istituzionale è in corso la mostra “Orlando furioso 500 anni” – da Maria Livia sta per andare in scena “A.A.A.Angelica” di Marco Di Giovanni. Ieri l’artista stava infatti completando l’allestimento in vista dell’inaugurazione che ci sarà venerdì 16 dicembre 2016 alle 18.

Marco Di Giovanni con Maria Livia Brunelli alla mostra in allestimento alla home-gallery (foto Giorgia Mazzotti)
Marco Di Giovanni con Maria Livia Brunelli alla mostra in allestimento alla home-gallery (foto Giorgia Mazzotti)

Marco Di Giovanni è uno scultore e performer che ha al suo attivo esposizioni importanti in altre gallerie nazionali di arte contemporanea. Nato quarant’anni fa in Abruzzo, un passato di studi classico-scientifici e una famiglia di ingegneri alle spalle, Di Giovanni vive a Bologna da quando ha compiuto la maggiore età pensando di dedicarsi lui pure ad ingegneria. Sennonché girando nella zona universitaria bolognese, quasi per caso, un giorno è entrato all’Accademia di Belle arti ed è lì che si è reso conto che in quelle aule si facevano le cose che interessavano davvero a lui; e da allora si è dedicato all’arte. Il risultato ora è visibile alla Mlb home gallery. Più ancora che visibile, bisognerebbe dire esplorabile. Alto e barbuto come un paladino d’altri tempi, Di Giovanni costruisce delle opere come macchine fatte per portarti a vedere e sperimentare sensazioni, spaesamenti, visioni.

In una sala della galleria è esposto una specie di relitto in metallo arrugginito, che sembra la parte emersa di un sottomarino. Dal binocolo che sporge si può sbirciare dentro, finendo per perdersi in un cristallo-mappamondo che mostra i meandri di un cratere terroso e mobile, che può dare anche un leggero senso di vertigine. Sullo stesso macchinario, poi, il visitatore può salire in piedi per andare ad avvistare la luna da un buco di un tubo in metallo arrugginito che punta verso il soffitto. Ad aiutare lo spettatore a orientarsi ci potrebbero essere le mappe di 46 taccuini Moleskine, uno per ogni canto del poema. Sono appesi sulla parete accanto, tutti aperti sulla pagina del planisfero suddiviso in fusi orari. Peccato che il segno dell’artista sia intervenuto sulla mappa e l’abbia modificata con segni simili a quelli prestampati, ma che rendono il disegno privo di senso geografico. Guardando da distanza la distesa dei quadernini spalancati, però, quei ghirigori astrusi (che sembravano fatti a caso) trasformano la sequenza di pagine in un grande volto, come pixel anomali in bianco e grigio che fanno apparire un viso dall’aria familiare: è il ritratto barbuto e quasi sornione di Ludovico Ariosto che occhieggia un po’ ammiccante.

Marco Di Giovanni davanti ai taccuini della sua mostra alla Mlb gallery (foto Giorgia Mazzotti)
Marco Di Giovanni davanti ai taccuini della sua mostra alla Mlb gallery (foto Giorgia Mazzotti)

“Perché Ariosto – spiega Di Giovanni – noi nei ritratti lo vediamo molto serio e composto, ma in realtà è un gran burlone. Se si legge il suo ‘Orlando furioso’ si impara ad apprezzare questo autore per la brillantezza, l’ironia e il divertimento che sa trasmettere nel suo poema. La sua opera avrà anche 500 anni, ma è di una modernità e vivacità incredibili”. Un esempio per tutti: “Io sono rimasto molto colpito da Bradamante quando vince il concorso di bellezza e poi però non vuole che, a causa di questa sua vittoria, venga espulsa la precedente reginetta. Lei, così bella ma anche così atletica da essere uno dei migliori combattenti, dice che alla fin fine, per quello che ne sanno, potrebbe essere anche un uomo. Che dire? Per me questo fa dell’eroina il primo manifesto del genere transgender!”, una paladina dell’emancipazione e quasi dell’orgoglio di una sessualità alternativa.

I "panni di Bradamante" per la mostra "AAAAngelica" ala Mlb home gallery 2016 (foto Giorgia Mazzotti)
I “panni di Bradamante” per la mostra “AAAAngelica” ala Mlb home gallery 2016 (foto Giorgia Mazzotti)

Per mostrare questo aspetto – assicura l’artista – venerdì ci sarà una novella Bradamante in carne e ossa. Una bella tra le belle e atletica tra gli atleti, che con la sua femminilità tanto armoniosa quanto combattente “svestirà” i panni della guerriera. Per trovare una creatura tanto eccezionale, Di Giovanni è andato a pescare in riva al suo mare, dove ha avvistato una giovane donna di una bellezza scultorea e imponente, scoprendo poi con stupore che si trattava di una giovanissima giocatrice di pallavolo, ancora minorenne, ma ora arruolata col benestare dei genitori per la performance inaugurale.

Ad Angelica, invece, è dedicata l’altra parte di indagine artistica. “Tanto Bradamante è emancipata e fascinosamente evoluta – dice – tanto Angelica mi spiazza per il suo ruolo di donna-oggetto che si offre come premio per il vincitore”. L’artista spiega cosa ha fatto per indagare questa personalità che fa perdere il senno ad Orlando: “Ho pensato di andare a cercare nella direzione che più di tutte farebbe sentire furioso me. E la cosa che mi rende effettivamente furibondo è il pensiero di una donna che offra la propria attrattiva in cambio di un compenso, annullando d’un colpo ogni possibilità di seduzione”. Così Di Giovanni inquadra la figura di Angelica in quella categoria di donne che propongono se stesse e le proprie grazie attraverso annunci come appunto “A.A.A.Angelica”. Con un’unica via di salvezza, che ha Angelica, che è il dono magico che possiede di potere diventare invisibile riuscendo così a sfuggire a tutto quel desiderio che provoca e che apparentemente si offre di soddisfare.

Ecco allora che – a partire da venerdì 16 dicembre e fino a marzo – ai visitatori della casa-galleria spetterà di avventurarsi in questo viaggio nei meandri della follia e della misteriosa fascinazione femminile che la provoca, tra artifici e arte.

MLB-Maria Livia Brunelli home-gallery, corso Ercole I d’Este 3, Ferrara: “A.A.A. Angelica” di Marco Di Giovanni da venerdì 16 dicembre 2016 (ore 18) al 26 marzo 2017. Aperto il sabato e la domenica ore 15-19, gli altri giorni su appuntamento (email mlb@mlbgallery.com, cell. 346 7953757). Con il patrocinio del Comitato nazionale per le celebrazioni del V Centenario dell’Orlando Furioso e il patrocinio del Comune di Ferrara. Ingresso libero.

Palazzo dei Diamanti, corso Ercole I d’Este 21, Ferrara: “Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” a cura di Ferrara Arte dal 24 settembre 2016 al 29 gennaio 2017. Aperto tutti i giorni ore 9-19 a pagamento.

Foto di Patrizio Campi [clicca sulle immagini per ingrandirle]

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017). Ha curato la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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