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da: Fai – sezione di Comacchio

Sabato 22 e domenica 23 marzo 2014, il Fai (Fondo per l’ambiente italiano) invita tutti i cittadini a scoprire le bellezze presenti nel proprio territorio. Lo scopo della manifestazione è quello di fare conoscere il patrimonio culturale ed urbanistico della propria città. L’evento è anche l’occasione per accogliere ed informare i tanti ospiti che visitano il centro storico di Comacchio.

Siamo certi che Comacchio abbia, nella sua caratteristica città lagunare, dei tesori “nascosti” e che conoscerli e visitarli sia motivo per aderire alla manifestazione delle Giornate FAI di Primavera .
E’ nostro intento di coinvolgere i cittadini e gli ospiti alla scoperta ed alla conoscenza delle facciate dei palazzi, dei ponti che collegano rive e dei vicoli ( gli usci senza porte).

Per raccontare l’evoluzione di questa città , abbiamo organizzato un corso per formare e diventare ciceroni volontari per questi due giorni.
Il corso si svolgerà il sabato pomeriggio dalle ore 17,30 alle 19,00 preso la sala riunioni, gentilmente concessa dall’AVIS Comacchio, in Via Gramsci n. 1 , 1° piano.

Il corso si svolgerà sabato 1° Febbraio, 8 Febbraio, 15 Febbraio 2014
Ai partecipanti verranno illustrati gli avvenimenti che hanno determinato la
nuova fondazione della città di Comacchio,
dalla devoluzione alla Santa Sede (1598) al secondo dopo guerra,
“ una vera camminata nel tempo lungo le strade della città storica “

Saranno presentati i caratteri dell’agglomerato urbano e le funzioni dei palazzi pubblici che si affacciano in Via E. Fogli (ex Strada Marchesana):
L’Ex Seminario Pio XII, Il Palazzo Vescovile, Il Ponte degli Sbirri, ex Ospedale degli Infermi,
il Palazzo Bellini, Le Carceri, Il Ponte Trepponti, la Loggia del Grano oggi in restauro, Il Duomo.

I relatori che ci accompagneranno durante il corso sono il Prof. Aniello Zamboni
e l’architetto Gabriele Bellini.

Partecipare al corso è gratuito, vige l’impegno a svolgere il ruolo di ciceroni volontari durante la manifestazione Primavera FAI..

Il Fondo per l’Ambiente Italiano è una fondazione senza scopo di lucro, di diritto privato, riconosciuta come Persona Giuridica con Decreto del Capo dello Stato (D.P.R. 941, 03.12.1975), attiva dal 1975 a livello nazionale.
Ha come scopo esclusivo l’educazione e l’istruzione della collettività alla difesa dell’ambiente e del patrimonio artistico e monumentale.
Opera nell’interesse di tutti coloro ai quali sta a cuore il patrimonio culturale e naturalistico italiano.

FAI – FONDO PER L’AMBIENTE ITALIANO
Per ulteriori informazioni: Umberto Carli 349.7938960 – Marino Rizzati 339.8556163 – Gabriele Bellini 347.8692155 – Aniello Zamboni 329.7376790

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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