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da: Arci Ferrara

Il primo appuntamento vedrà sullo schermo il film di uno dei maestri del cinema africano Timbuktu di Abderrahmne Sissako, martedì 17 febbraio alle ore 21.00.
Presentato in apertura al Festival di Cannes, ma non accolto con la serietà necessaria lo scorso maggio, Timbuktu di Abderrahmane Sissako, regista nato nel 1961 in Mauritania ma cresciuto nel Mali, ha avuto un percorso di grandi successi dopo che lo ha portato alla nomination all’Oscar per il miglior film straniero. Non solo è l’unico film africano in concorso per l’Oscar, ma è anche uno dei grandi favoriti, perché è tra i pochi davvero impegnati sulla realtà del proprio paese e sugli orrori che le brigate jihadiste stanno compiendo in gran parte dell’Africa.

Mercoledì 18 febbraio alle ore 21.00 il film dei Manetti Bros SONG ‘E NAPULE aprirà la rassegna dedicata agli inediti italiani. I Manetti riescono ad unire il poliziottesco anni ’70 e la commedia sentimental-popolare regalando allo spettatore un film originale e divertente. Applauditissimo al Festival del Cinema di Roma.

Dopo il film dei Manetti, il cinema Boldini ospiterà l’unico film italiano presentato in concorso al Festival del Cinema di Locarno – PERFIDIA di Bonifacio Angius: mercoledì 25 febbraio alle ore 21.00. Il regista è un giovane autore sassarese che ha lavorato tre anni per realizzare un film estramente personale che racconta le paure della generazione dei trentenni nell’Italia di oggi attraverso la storia di Angelo, giovane disoccupato che ha perso la madre e si deve confrontare con un padre che non lo conosce realmente. Al termine della proiezione uno degli attori protagonisti, Mario Olivieri, incontrerà il pubblico.

A chiudere la rassegna mercoledì 4 marzo sarà Daniele Gaglianone con il suo film documentario QUI, racconto in soggettiva di dieci valsusini che da 25 anni si oppongono con tenacia al progetto Tav Torino-Lione. Al termine della proieizone incontro con il regista.

Lunedì 23 febbraio alle ore 20.30 la sala ospiterà l’anteprima del film dei fratelli Taviani MARAVIGLIOSO BOCCACCIO. I due registi introdurranno la proeizione in diretta dal Cinema Anteo di Milano, l’intervista verrà trasmessa via satellite al Cinema Boldini.
Ispirato a cinque novelle del Decamerone, il film racconta la Firenze del ‘300 dilaniata dalla peste e di dieci ragazzi che si rifugiano in campagna passando il tempo a raccontarsi delle storie. Drammi, storie erotiche, racconti grotteschi con un unico comune denominatore: l’amore. Il migliore antidoto per le sofferenze e i mali dell’epoca. Anche grazie a un cast d’eccezione che raccoglie alcuni dei maggiori attori italiani contemporanei, da Kim Rossi Stuart a Riccardo Scamarcio, da Kasia Smutniak a Jasmine Trinca, da Vittoria Puccini a Michele Riondino, da Carolina Crescentini a Paola Cortellesi, Maraviglioso Boccaccio si annuncia come uno dei grandi eventi di questa stagione cinematografica.

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Arci Ferrara


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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