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da: Walter Parenti

Nell’occasione del convegno indetto dal Siulp., l’On. Emanuele Fiano prendendo la parola come responsabile sicurezza del Pd, ci ha comunicato che a brevissimo erano in arrivo sanzioni molto severe per i furti in appartamento.
Io ritengo sacra l’abitazione di una persona ed i nostri padri costituenti l’hanno tutelata nella Costituzione
Se non ricordo male, nella giornata del 13-10-2015 un cittadino modenese si è assentato da casa per il tempo di 40 minuti e al suo ritorno la sua casa era stata svaligiata, mentre in Parlamento state ancora pensando.
Questo è uno dei tanti fatti che quotidianamente succedono.
Vorrei capire; ci comunicate che le persone in difficoltà vengono aiutate e addirittura messe in albergo; quale è la motivazione che spinge le persone a penetrare nelle case altrui e a depredare tutti gli averi di chi vi abita, i loro ricordi lascati a loro dai propri genitori e nonni e che tali ricordi non li avrebbero mai venduti anche a costo di patire la fame, ricordi di generazioni che avrebbero voluto lasciare ai propri figli ed ai nipoti un oggetto nel ricordo del loro passato.
I furti in appartamento sono tanto redditizi?
Le poche volte che le forze dell’ordine riescono a coglierli in flagrante e vengono portati davanti alla magistratura, questi individui non temono le sanzioni che a loro verranno addebitate?
Purtroppo dai dati ufficiali mi sembra di ricordare che il 99% dei furti in appartamento non vengono scoperti; i responsabili non vengono arrestati; mai e sottolineo mai le vittime possono recuperare quanto rubato.
Non vogliamo che prevalga quella parte nella politica che vuole più flessibilità al possesso delle armi, ma non vogliamo da parte di chi ci governa, lasci il territorio alla mercé di bande organizzate.
Se le sanzioni non intimoriscono nessuno, non è il caso di proporre un aggravamento delle pene ed una certezza delle pene senza sconti.
Siamo stanchi di essere derubati ed è ora, come dice il premier, “Chi è in grado di governare governi altrimenti…”
Walter Parenti
walterparenti.wp@gmail.com
Portavoce del Comitato Villaggio Zeta

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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