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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Domani, venerdi 18 marzo, alle ore 9 presso l’Aula 1 dell’Istituto Universitario di Studi Superiori IUSS-Ferrara 1391, (via Scienze, 41/b), si terrà la cerimonia di consegna della borsa di studio 2014/2015 per la miglior tesi sul tema “Educazione alla morte e sostegno nel dolore della perdita”, rivolta ai corsisti iscritti alla 6° edizione del master “Tutela, diritti e protezione dei minori”, diretto da Paola Bastianoni, docente del Dipartimento di Studi umanistici di Unife.
“Questa borsa di studio istituita dal Dipartimento e dalle agenzie funebri di Ferrara Amsef e Pazzi – spiega la Prof.ssa Bastianoni – ha significato condividere con gli studenti i valori che animano i nostri percorsi formativi: creare progetti partecipati per coinvolgere persone anche diverse tra loro che possano fornire qualità alla progettazione e creare una cultura relazionale incentrata sull’accoglienza, che sia in grado di riconoscere il dolore causato da una perdita, sostenendo l’altro, soprattutto un minore, in un momento difficile quale l’elaborazione di un lutto. Rappresenta un modo per premiare non solo l’impegno, ma anche la voglia di sperimentarsi su temi ritenuti difficili da affrontare come la morte e la perdita.”
A partire dal 2013 le tematiche relative all’elaborazione del lutto sono state affrontate nell’ambito del progetto “Uno sguardo al cielo”, di cui Paola Bastianoni è responsabile scientifica, nato dalla collaborazione tra l’Università di Ferrara e Amsef. Attraverso cicli di conversazioni tenuti da esperti di grande rilievo, proiezioni filmiche, laboratori educativi – eventi dai quali sono nati anche due volumi “Uno sguardo la cielo. Elaborare il lutto” e “Le voci del lutto”- il progetto si è rivolto ai professionisti, agli studenti ed alla cittadinanza.
“Le tematiche relative all’elaborazione del lutto – conclude la Bastianoni – si sono dunque intrecciate con il tema della tutela dei minori nel loro diritto ad essere informati nel caso di malattie o morte di una persona cara, ad essere protetti nel caso di separazioni e ad essere sostenuti nel dolore che ogni perdita comporta. Il notevole percorso formativo portato a termine dal master ed il lavoro svolto per le tesine sul lutto, alcune delle quali rientreranno nel volume di prossima pubblicazione realizzato nell’ambito della collana dipartimentale, si concluderanno pubblicamente, nel corso della cerimonia”.

Per informazioni: Carlotta Cocchi – 0532/293554 – 338/6195391

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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