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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

“La cultura del mare in Sicilia tra ricerca e valorizzazione”. E’ questo il titolo della conferenza che si terrà martedì 10 marzo alle ore 16 nell’Aula Magna di Palazzo Turchi di Bagno, (c.so Ercole I D’Este, 32), organizzata nell’ambito delMaster e Dottorato Erasmus Mundus in Quaternario e Preistoria dell’Università di Ferrara.

Relatore d’eccezione sarà il Prof. Sebastiano Tusa, Soprintendente del mare della Regione Sicilia, che ci anticipa l’argomento della giornata…“La naturale posizione centrale della Sicilia nel Mediterraneo non solo ha prodotto quella vivacità culturale concretizzata nella ricchezza e varietà di espressioni artistiche e monumentali, ma anche una particolare intensità quantitativa e qualitativa delle testimonianze conservate sui fondali circostanti l’isola ed i suoi arcipelaghi. Dagli inizi delle attività di esplorazione subacquea nel dopoguerra, sono stati molteplici i rinvenimenti effettuati grazie all’attività di amatori o in seguito a scoperte fortuite. Tra queste ricordiamo la ‘nave punica di Marsala’ recuperata da Honor Frost, ma anche l’identificazione di relitti ellenistici, romani e bizantini nelle acque eoliane e della Sicilia orientale sotto la saggia guida di Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier, con l’aiuto di Gerhard Kapitaen o le scoperte di Ustica e dello scoglio della Formica presso l’antica Solunto, coordinate da Vincenzo Tusa. Tuttavia fu la scoperta fortuita della statua bronzea del Satiro danzante alla fine del secolo scorso, capolavoro della fine del IV secolo a.C., attribuito a Prassitele, a catalizzare l’attenzione delle istituzioni sul patrimonio culturale marino stimolando la creazione in Sicilia, della prima ed unica Soprintendenza del Mare in Italia. Si passò, così, ad una vera e propria strategia di ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo siciliano”.

“Da allora i risultati sono stati molteplici e significativi – prosegue Tusa – ricordiamo l’identificazione del luogo esatto della battaglia delle Egadi con il rinvenimento di  rostri e elmi, ma anche la scoperta di una serie di relitti ellenistici e romani perfettamente conservati nelle acque di Panarea. Non solo. Ricordiamo il completamento delle ricerche dei relitti di Cala Minnola e Marausa con il recupero dello scafo ligneo di rilevante valore per la storia dell’antica cantieristica mediterranea. Particolare attenzione è stata data ai relitti di navi lapidarie con l’approfondimento delle ricerche di Marzamemi, Capo Passero e Granitola, ma anche ai relitti medievali e moderni (Sciacca, Avola, Marettimo etc.). Anche la memoria dell’ultimo conflitto mondiale è stata valorizzata grazie alle ricerche di relitti di navi come il Valfiorita, il Marin Sanudo e di aerei caduti in operazioni di guerra. Per gestire questo patrimonio sono stati creati sistemi di fruizione diretta da parte dei subacquei con itinerari e parchi archeologici e storici sott’acqua regolarmente visitati grazie alla collaborazione dei diving clubs, in linea con quanto stabilito dalla Convenzione UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo alla cui redazione la Sicilia ha dato un contributo rilevante”.    

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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