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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Presentato a Bologna il documento finale del piano finanziato dall’Ue con 3,7 milioni che ha consentito la sperimentazione di tecniche innovative a basso impatto ambientale nel campo dell’acquacoltura e per il ripopolamento degli stock ittici. L’assessore Caselli: “Un modello di cooperazione transfrontaliera da riproporre nel quadro dei programmi comunitari già avviati e nell’ambito del Feamp”. In Emilia-Romagna avviate lungo la costa da Ravenna a Cattolica numerose “nursery” per la ricostituzione dei banchi di ostriche e di altre specie a rischio come seppie, cappesante e astici

Bologna – Far convivere la pesca e l’acquacoltura con la tutela e la valorizzazione dell’ambiente marino, per incrementare la biodiversità e garantire una prospettiva di sviluppo ai territori affacciati lungo le due sponde del mare Adriatico.

Dopo quasi quattro anni di lavoro è giunto in porto il progetto EcoSea, un innovativo modello di cooperazione transfrontaliera che ha coinvolto sei regioni italiane (capofila il Veneto, in partnership con Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Marche, Abruzzo e Puglia), le due Contee di Primorje-Gorsky Kotar e Zadra, in Croazia, e il ministero dell’Ambiente dell’Albania, nell’attuazione di strategie condivise per lo sfruttamento delle risorse ittiche basate sullo sviluppo di tecniche innovative a basso impatto ambientale. Obiettivi di fondo: la gestione sostenibile delle risorse marine e la sperimentazione di nuove tecniche di ripopolamento e di produzione negli allevamenti offshore, per far fronte alla diminuzione degli stock ittici che caratterizza l’Adriatico, anche per effetto dei cambiamenti climatici.

I risultati del progetto stati al centro oggi a Bologna di una conferenza promossa dalla Regione Emilia-Romagna. “Grazie ad Ecosea – ha sottolineato nel suo intervento l’assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Simona Caselli – è stata avviata una proficua collaborazione transfrontaliera che si è tradotta in importanti iniziative nel segno della sostenibilità come i piani di gestione comune della pesca, oltre alla messa a punto di tecniche innovative nel campo dell’acquacoltura e per il ripopolamento delle specie a rischio”. “La pesca è un settore importante per l’Emilia-Romagna anche sotto un profilo occupazionale – ha concluso l’assessore -. Si tratta ora di proseguire su questa strada nel solco di programmi comunitari già avviati o in rampa di lancio come Adrion e Italia-Croazia e nell’ambito del Feamp, il fondo comune della pesca che ha messo a disposizione della Regione Emilia-Romagna circa 40 milioni di euro per il periodo 2014-2020”.

Il documento finale che riassume i risultati di Ecosea è stato illustrato dall’assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Veneto, Giuseppe Pan: “Si chiude una positiva esperienza pluriennale di cooperazione tra enti e regioni affacciate sulle due sponde sull’Adriatico che ci lascia in eredità un ricco bagaglio di conoscenze e buone pratiche che costituiscono la base per le future progettualità sia in ambito Feamp, sia nel quadro della Strategia europea della Macroregione Adriatico-Jonica”.

Sei nursery per la ricostituzione di banchi di ostriche lungo le coste emiliano-romagnole

Nell’ambito del progetto, finanziato con oltre 3,7 milioni di euro dal programma IPA-Adriatico dell’Unione europea, la Regione Emilia-Romagna ha intrapreso con interessanti risultati alcune azioni per il ripopolamento di specie marine pregiate la cui consistenza si è molto ridotta negli ultimi decenni. In particolare nel tratto di mare antistante la costa che va da Ravenna a Cattolica sono stati realizzati sei progetti di nursery per la ricostituzione dei banchi di ostriche, una specie tipica in progressiva diminuzione negli ultimi tempi. Azioni analoghe hanno riguardato altre specie marine a rischio come seppie, cappesante e astici.

Sul fronte dell’innovazione tecnologica e dell’impiego di materiali a basso impatto ambientale da segnalare l’utilizzo di barriere artificiali reef balls e l’impiego di “calze” in cotone biodegradabile negli allevamenti di mitili, nonché lo sviluppo della policoltura (allevamenti di più specie) negli impianti di acquacoltura. Un settore a basso impatto ambientale, perché contribuisce al la purificazione dell’ambiente marino e al sequestro di carbonio, in cui la regione Emilia-Romagna è leader in Italia con una produzione di circa 40mila tonnellate su un totale di 97mila.

Fisg-Gis: dalle mappe di navigazione alla rilevazione in tempo reale dei banchi di pesce

Tra le tante iniziative portate a termine l’implementazione del Fish-Gis, un’innovativo strumento che raccoglie in un unico database tutti i dati e le informazioni utili per gli operatori della pesca, dalle mappe di navigazione fino alla rilevazione in tempo reale della consistenza degli stock ittici. Non meno importante, sotto il profilo della gestione condivisa, la creazione di un gruppo di esperti che hanno affiancato gli amministratori nella pianificazione e gestione degli interventi pilota promossi da Ecosea. Infine, nel quadro della cooperazione transfrontaliera, sono stati predisposti tre piani per la gestione comune della pesca per acciughe, triglie e sardine.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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