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Da: Ufficio Stampa ArchLiving

Tra le cinque proposte progettuali finaliste è stata la cordata guidata da ArchLiving ad aggiudicarsi il primo posto della giuria presieduta da Dominique Perrault.

L’area dell’ex caserma Perotti si estende per circa 90mila mq nella periferia est del capoluogo emiliano. L’Agenzia del Demanio ha deciso di destinare circa un terzo della superficie ad alcune attività amministrative dell’Agenzia delle Entrate.

Gianluca Loffredo, uno dei fondatori di ArchLivIng racconta: “La premessa con cui ArchLivIng affronta ogni progetto è di porre l’uomo al centro, pensare sin dal principio a chi fruirà quegli spazi per progettare con l’idea di vedere l’individuo muoversi nell’ambiente. In questo caso – continua Loffredo – si è voluto esasperare il concetto di integrazione/interazione, sotto 3 diversi punti di vista: il binomio pubblico vs privato, quello esterno vs interno fino ad arrivare alla dicotomia caratteristica iconica del progetto, architettura vs struttura”.

E’ stato dunque con questo intento che ArchLivIng, insieme a BTT Studio e Tomasone Associati con la collaborazione di GreenCure e Settanta7, hanno interpretato questo progetto.

I progettisti: “Abbiamo voluto pensare ad un uso diversificato dello spazio che dia una visione della Pubblica Amministrazione come un ente trasparente e aperto al cittadino”. 

L’inserimento di un grande edificio pubblico sarà l’occasione per avviare dinamiche di rigenerazione, capaci di coinvolgere la popolazione stessa in un processo partecipato di co-abitazione dei luoghi.

Il progetto disegna uno spazio pubblico dal duplice valore: di funzionalità e di aggregazione.

L’immediata fruibilità di questo nuovo parco da parte di un target variabile di utenti come giovani, famiglie, anziani, lo preserva da atti di vandalismo, rendendolo un luogo di incontro, di lavoro e di svago in piena armonia tra le diverse aree. Infatti il progetto intende: implementare la qualità ambientale dell’area mediante la valorizzazione di un sistema di spazi pubblici diversificati e integrati con la sua vocazione urbana e locale; innescare un processo virtuoso come luogo di sperimentazione eco-sostenibile garantendo una riproducibilità delle risorse naturali presenti e come luogo dinamico e aperto alla città stessa.

Le specie selezionate e introdotte nel verde generano un aumento della BIODIVERSITÀ: specie autoctone, soprattutto rustiche e resistenti ai cambiamenti climatici, adattabili al contesto bolognese, a basso contenuto allergenico, ridotto fabbisogno idrico e con servizi ecosistemici da ridotte attività manutentive.

Il progetto prevede di utilizzare le macerie delle demolizioni per definire una collina verde che fungerà anche da schermo sonoro per il rumore proveniente dalla ferrovia. Gli edifici a uso residenziale occuperanno invece il lato opposto alle residenze esistenti. Il nuovo spazio collinare verde è pensato per molteplici servizi: protegge climaticamente l’area, ospita la pista ciclopedonale, i percorsi pedonali con punti panoramici, un’area gioco inclusiva, le gradinate verdi come teatro all’aperto ed infine un’area di recupero e compostaggio dei rifiuti organici.

Al centro dell’area, a rappresentarne il cuore pulsante, si sviluppa il parco pubblico. “L’abbiamo fortemente voluto – spiega Loffredo – perché rappresenta per noi il fulcro del progetto da cui tutto si sviluppa. Il parco favorisce la socialità del quartiere accogliendo diverse funzioni: un’area attrezzata, orti sociali, frutteto, un’area attrezzata per i cani ed un’area di gestione delle acque grigie attraverso fitodepurazione”.

Il parco prosegue fino a dove sorgeranno gli edifici della Agenzia delle Entrate, integrando la collina e l’edificio archivio in un continuum verdeggiante.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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