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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Caselli: “vogliamo dare una spinta forte al settore e accelerare l’uscita dalla crisi.” Tra le priorità: giovani, montagna, bio, integrata, Dop e Igp.

Bologna – Aziende agricole più moderne ed efficienti, dunque più competitive sui mercati. Parte il primo bando del Psr 2014-2020 destinato a sostenere gli investimenti aziendali. A disposizione ci sono risorse per 23,5 milioni di euro che, considerando il cofinanziamento privato, arriveranno a movimentare oltre 58 milioni. “Si tratta del primo intervento della nuova programmazione sulla competitività. Ci aspettiamo molto da questo e dai bandi che seguiranno. Vogliamo dare una spinta forte al settore, per accelerare l’uscita dalla crisi – ha spiegato oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli – a breve uscirà l’avviso per gli investimenti agroindustriali che metterà a disposizione circa 60 milioni di euro. Ma da qui alla fine dell’anno le risorse che metteremo a bando per sostenere la capacità di competere delle nostre imprese supereranno i 200 milioni.”
L’obiettivo di fondo del provvedimento è finanziare l’innovazione in azienda, migliorare i processi produttivi, ridurre l’impatto ambientale delle lavorazioni, migliorare la qualità dei prodotti. Potranno essere finanziati la costruzione o ristrutturazione di immobili produttivi, gli interventi di miglioramento fondiario; l’acquisto di macchinari, attrezzature, impianti di lavorazione e trasformazione dei prodotti. Ma anche: gli investimenti per avviare la vendita diretta, così come l’acquisizione di programmi informatici, brevetti, licenze. Le domande potranno essere presentate dal 15 aprile al 15 luglio 2016.

Verrano finanziati interventi da 10 mila a 3,5 milioni di euro
Il bando è rivolto a tutte le aziende agricole con sede in Emilia-Romagna, sia in forma singola che associata, ad esempio in forma cooperativa. I contributi saranno in conto capitale e saranno del 50% della spesa ammissibile in caso di giovani agricoltori, aziende agricole di montagna o operanti comunque in zone con particolari vincoli ambientali; del 40% in tutti gli altri casi. La spesa ammissibile, calcolata in base alla dimensione aziendale, consente una modulazione molto ampia degli interventi, da un minimo di 20 mila euro a un massimo di 3,5 milioni di euro. Nel caso di aziende che operano in aree con vincoli naturali o altri vincoli specifici la spesa minima ammissibile scende a 10 mila euro. Ogni azienda potrà presentare un piano di investimento e gli interventi dovranno essere realizzati di norma entro 12 mesi. La graduatoria verrà resa pubblica entro la fine del mese di novembre.
Tra i criteri di priorità individuati dal bando: gli interventi dedicati all’agricoltura biologica, integrata, ai prodotti Dop e Igp o destinati a migliorare la sicurezza sul lavoro e ad aumentare l’occupazione. Punteggi aggiuntivi anche ai progetti con valenza ambientale (dalla bioedilizia, all’efficientamento energetico), compresi quelli che portano ad una riduzione del consumo di suolo agricolo.

I settori: dall’ortofrutta al vivaismo
Per la prima volta è stata prevista la ripartizione delle risorse a disposizione per settori produttivi: oltre 5,7 milioni di euro per l’ortofrutta; quasi 5,1 milioni per il lattiero-caseario; 4,9 per il cerealicolo, colture industriali, foraggere e le sementi; 2,6 per il comparto avicolo e le uova; 2,3 per le carni suine;1,4 per il vitivinicolo; oltre 960 mila euro per le carni bovine e oltre 550 mila euro per ovicaprini, miele, olio, aceto e vivaismo.
Il bando relativo all’operazione 4.1.01 del Psr 2014-2020 è stato pubblicato sul Bur della Regione Emilia-Romagna il 17 marzo. Le domande vanno presentate attraverso il sistema informativo di Agrea, l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura.

Info: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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