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Da: Ufficio Stampa Lega

23 LUG- Garantire che anche il settore ortofrutticolo della regione Emilia Romagna venga ricompreso tra i comparti produttivi destinatari degli esoneri contributivi previdenziali e assistenziali. Lo chiede, con una interrogazione presentata alla Giunta, il consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi rilevando che nel 2019 le stime del settore ortofrutticolo dell’Emilia-Romagna indicavano 20.000 aziende attive sul territorio e 200.000 addetti impiegati nell’aggregato agroindustriale; una superficie totale di 104.000 ettari (il 10% della Sau regionale); una PLV di 1.151 miliardi di euro pari al 25% della PLV agricola regionale (4.800 M€) e che rappresenta il 12% della PLV ortofrutticola nazionale. L’esponente della Lega ricorda, nella sua interrogazione che da diversi anni si verificano situazioni climatiche avverse (gelate ecc.), cui si aggiunge il flagello della cimice e di altre fitopatie. Un quadro di eccezionale convergenza di criticità che sta sconvolgendo il settore ortofrutticolo: solo in Emilia Romagna, secondo dati Cso Italy, negli ultimi 15 anni l’ortofrutta ha perso oltre 19 mila ettari, con una accelerazione drammatica negli ultimi anni. Bargi ricorda poi che i danni da Covid 19 hanno colpito il settore ortofrutticolo causando una rapida perdita dei consumi a partire da giugno 2020; inoltre, a causa dell’emergenza epidemiologica, le imprese dell’ortofrutta hanno dovuto affrontare interventi sulle linee di lavorazione e negli ambienti di lavoro con un aggravio dei costi del 25-30%. L’esponente della Lega denuncia il fatto che nel provvedimento del Governo di riduzione del costo del lavoro contenuto nel DL Rilancio, con 426 milioni di euro di esoneri contributivi previdenziali e assistenziali, l’ortofrutta è l’unico settore rimasto escluso dagli sgravi, mentre un intervento sul costo del lavoro con sgravi contributivi permetterebbe di far recuperare competitività alle imprese e garantirebbe un miglior ritorno economico ai produttori, tutelando un comparto economico importante per la nostra Regione.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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