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Al cantón fraréś. Testi di ieri e di oggi in dialetto ferrarese

Quasi cento anni fa, dal 1924 al 1926, furono pubblicate tre antologie dialettali, con traduzione in italiano, dal titolo A l’ombra dal Castèl, redatte da Luigi Ferri e Francesco De Sisti.
Erano rivolte agli alunni delle III, IV, V elementari, al fine di diffondere la lingua nazionale anche attraverso il vernacolo.
Le antologie erano composte da modi di dire, racconti, proverbi, filastrocche, indovinelli, poesie, spesso ripresi dai lunari “Chichett da Frara”, “La Rana” e “Al Campanon dal Dom”, dai giornali umoristici “L’Omnibus” e “L’Usel grifon”. Fra gli autori: Girolamo Baruffaldi, Ubaldo Magri Farolfi, Francesco Aventi, don Artemio Cavallina, Rinaldo Lodi, Giovanni Pazzi, Nando Bennati.
Di seguito tre esempi tratti dal testo per la classe terza: un dialogo, una filastrocca, un indovinello.
Ciarìn

I źógh
-Źughégna a la cut?
-È mèi l’urbina.
-Par ciapàr ‘n iηzucàda!
– Alora źughén a batmùr.
-Oibò, źugàr di sold!
-Fén na partida al boć.
As pol far di bei rumanìn.
-A mì am piaś ad più al bach e pandón.
-E se a źugàsan a buśola?
-No, no, mi am god ad più ai quàtar cantùn
-E se a źugàsan al tavèli?
-A putrìsaη źugàr a castlét, o a pita pitèla,
ai gratìn, a nugarola, a fighét…
-Déηgh un tai, feη paiéta e po’ a farén al
źógh ch’saltarà fóra.

Traduzione degli stessi autori (con parole in lingua oggi desuete).

I giuochi
Giochiamo a rimpiattino? / È meglio a mosca cieca. / Per prendere una testata? / Allora giochiamo a ristornino. / oibò, giocare dei soldi! / Facciamo una partita alle bocce. Si possono fare dei bei tiri a colombella. / A me piace di più la lippa. / E se giocassimo a buchetta? / No, no, io mi diverto di più a toccapoma. / E se giocassimo alle murielle? / Potremmo giocare a castellina, o a te a te, a giraneve, a querciuolo, al volàno… / Smettiamola, facciamo bruschette e poi faremo il gioco che salterà fuori.

 

Filastroca par zugàr
Tira la réd, – A l’ho tiràda.
Fagh un gróp, – Agh l’ho fat.
Fàghin ‘n àltar, – Agh al farò.
Tira la réd, – Ch’a pasarò.

Filastrocca per giocare
Tira la rete, – L’ho tirata. / Falle un nodo, – Gliel’ho fatto. / Fagliene un altro, – / Glielo farò. / Tira la rete, – Che passerò.

 

Indvinèl
Na roba piculìna, piculìna
Ch’la s’tira sémpar adré la so budlìna.

Indovinello
Una roba piccolina, piccolina / Che si tira sempre dietro la sua budellina. (L’ago e il filo)

Tratto da: Ferri e De Sisti, A l’ombra dal Castèl : Antologia dialettale ferrarese per gli esercizi di traduzione in italiano, in conformita dei programmi ufficiali 1. ottobre 1923, 1: Classe 3. Elementare, Palermo, Remo Sandron, 1924.

Luigi Ferri (1854-1935)
Ispettore scolastico, Presidente della Società Pedagogica degli insegnanti di Ferrara, autore fra l’altro del Vocabolario Ferrarese – Italiano del 1889, compilato sullo studio accurato del dizionario ferrarese di Carlo Azzi…
Francesco De Sisti (1878-1954)
Insegnante, sportivo, autore de L’influenza psicologica della educazione

 

Al cantóη fraréś: testi di ieri e di oggi in dialetto ferrarese, la rubrica curata da Ciarin per Ferraraitalia, esce regolarmente ogni venerdì.
Per leggere tutte le puntate clicca [Qui]

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Ciarin


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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