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da: organizzatori

Sabato 27 giugno il Racket Festival propone tutta la potenza della musica straordinaria dei Big Kahuna. Inizio fissato per le 21.30 come sempre a Palazzo della Racchetta (Via Vaspergolo 4/6 a Ferrara).
Ingresso con tessera.
“We’re a band, we’re a gang, we come from Honolulu Rock City to Kahunise the whole globe.” Cosi sta scritto sulla loro fan page, in una riga sta tutta l’essenza del trio ferrarese (anche se loro sostengono di provenire da Honolulu Rock City) formato da Andrea Cera -voce e chitarra, Michele Massellani -batteria e Andrea Bignardi -basso. La band (o gang a questo punto) si forma nell’aprile 2013 e da subito basa la sua esistenza come una sorta di missione..scelgono di chiamarsi Big Kahuna come il vecchio santone Hawaiiano (citato anche da Neil Young nella sua autobiografia), come un vecchio cult movie con Kevin Spacey o il famoso locale in Pulp Fiction, Big Kahuna come la parola usata da generazioni di surfisti e non per definire ciò che più gli sta a cuore, gettando le basi per quella che loro chiamano “Kahunizzazione” dell’intero pianeta.
I loro pezzi sono pillole dirette allo stomaco (in inglese), 3 minuti e pochi secondi al massimo di durata, pieni di energia senza troppi fronzoli, ricchi dei colori del rock n roll, con sbandate nel reggae, nello ska il tutto sospinto da una energia punk che pulsa dentro senza sosta.
Esordiscono a Ferrara il 30 luglio 2013 aprendo il concerto di Paul Heaton & Jaqui Abbot (ex Housemartins a Beautiful South) che decidono di riprendere la loro gloriosa carriera dopo anni di silenzio proprio nella città estense.. L’occasione è troppo ghiotta per lasciarsela scappare e i tre saltano al volo su questo treno che li vede subito raccogliere i consensi del pubblico. Spinti dall’impatto del loro esordio, dopo poco più di un mese si ritrovano sul palco del Bannerman’s rock and whiskey bar di Edimburgo e del Roadhouse di Manchester (16-19 settembre 2013) per il loro “it’s never too late to be our way UK Tour 2013”.
Al ritorno dalla Gran Bretagna la band intraprende una costante attività live affiancata dalla continua produzione di nuovo materiale. A fine 2013 la band sente la necessità di cominciare a lasciare tracce tangibili della Kahunizzazione quindi entra in studio e sforna il primo Ep autoprodotto “Have no fear…the Big Kahuna is here!!!!”.

Continua l’attività live per tutto il 2014 anche sui palchi di alcuni Festival estivi tra cui il Reload festival (FE), il Mo.Mu. Festival di Montiano (GR) e Oktoberfe (FE) oltre ad interessanti aperture come quella in Agosto per i Monaci del Surf, il seguito dei “kahunizzati” si allarga sempre più complice anche il loro costante contatto diretto sulla loro fan page sempre ricca di musica e dei loro esuberanti, sfacciati e coloratissimi post con i quali non mancano mai di sottolineare il loro essere, non per forza diversi, non per forza alternativi, semplicemente Big Kahuna.
Il materiale scritto ormai è davvero tanto e a Novembre 2014 i BK entrano in studio per realizzare il secondo disco “Honolulu Rock city” in uscita il 01/Marzo 2015 accompagnato dal video “Miky is a Ska Boy”.
Nelle note di copertina capeggia una frase “written, performed and produced by the Big Kahuna” che dà il senso di questa band, instancabile, sicuramente da vedere live per la loro energia, immediatezza, spontaneità e assoluto carisma.
Durante la serata sarà possibile anche visitare le cinque mostre d’arte internazionali allestite nei saloni di Palazzo della Racchetta per il Ferrara Art Festival.

Inizio ore 21.30. Ingresso con tessera.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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