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Da: Ufficio Stampa Teatro Nuovo Ferrara

Lo spettacolo
Dopo i sold out del “Lago dei Cigni” e dello “Schiaccianoci”, sarà in scena l’ultimo appuntamento dei balletti classici russi: “La Bella Addormentata”.
Una favola in musica e sulle punte di danza che occupa un posto fondamentale nel repertorio del “Balletto di San Pietroburgo” fin dal suo nascere nel 1890. Elegante, raffinata, la più bella fiaba in danza di tutti i tempi nella versione del Classico Balletto “ Imperiale” interpretato con magnificenza dal grande Balletto di San Pietroburgo. La Storia della Principessa Aurora, minuta ed elegante, pungendosi un dito, morirà per la maledizione della perfida Carabosse ; la Fata dei Lillà, che tramuta la terribile sorte di Aurora in un sonno lungo cent’anni; il principe Désiré, che con il suo bacio risveglierà la bella principessa, innamorandosene perdutamente e, insieme a lei tutta la corte. E’ “La bella addormentata”, balletto in un prologo e tre atti tratto dal racconto di Charles Perrault su musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij e coreografia di Marius Petipa, che con grande attesa per gli amanti della danza e del Teatro che aspettano il famosissimo Balletto di San Pietroburgo.
Questa data rientra nel Tour Italiano della storica compagnia di Balletto nata a San Pietroburgo, che sarà ospite nei più importanti Teatri Italiani.

Balletto di San Pietroburgo
Saint Petersburg Classical Ballet Tradition

Il Balletto di San Pietroburgo Classical Ballet Tradition o anche anticamente chiamato “Balletto sul Neva” è una storica compagnia privata nata a San Pietroburgo nel 1887. Nasce per volontà di Nobili Borghesi Russi con lo scopo di sviluppare la grande tradizione del balletto classico, ma anche di ricercare nuove forme coreografiche . Il Corpo di ballo è formato da ballerini provenienti dalla migliore accademie di danza di Mosca, San Pietroburgo, Ufa, Perm, nonché vincitori di numerosi concorsi internazionali di balletto. La selezione alle Tournee Internazionali è molto attenta nello scegliere i migliori ballerini e artisti provenienti dai più grandi Teatri Russi. Il repertorio della Compagnia include titoli classici come “Lo Schiaccianoci”, “Il Lago dei Cigni”, “La Bella Addormentata”, “Giselle”, “Don Chisciotte”, “Cenerentola”, ”Romeo e Giulietta”, “Carmen”, “Il Corsaro”, “Bayadere”. Già da tempo il Balletto è stato ospite in numerosi paesi di tutto il mondo come Germania, Francia, Spagna, Sud Africa, Argentina, Stati Uniti, Brasile, Cina riscuotendo sempre grande apprezzamento sia dal pubblico che dalla critica. L’attuale direttore artistico della Compagnia e’ Timur Gareev, ex solista del Teatro dell’Opera e Balletto di Novosibirsk, Vincitore di numerosi concorsi internazionali di balletto, che ha collaborato a lungo come solista anche con molte Compagnie di balletto di Mosca. Come ballerino solista e’ stato partner di famose ballerine russe come Nadezhda Pavlova, Marina Bogdanova, Ludmila Semenova. Ha partecipato in tournée assieme a Massimiliano Guerra e Valentina Kozlova.
Per arrivare a determinati risultati artistici e mantenere l’alto livello professionale, all’ interno del Corpo di Ballo e della scuola annessa si respira un clima di serenità, ma nello stesso tempo di rigida disciplina e di duro lavoro.
Lo Scopo della società “Saint Petersburg Classical Ballet Tradition” è quello di mantenere il patrimonio tradizionale del balletto classico riunendo i più alti elementi classici della scuola di balletto Russo.
Tutti i Costumi e le Scenografie sono stati create appositamente per il tour italiano, sulla base dei canoni artistici del Grande Teatro Imperiale Russo. Le coreografie e le scenografie rispettano le regole Tecniche e grafiche della classica produzione di Marius Petipa, impegnando i migliori scenografi attuali Russi.

Promozione: tutti gli spettatori che si presenteranno in biglietteria del Teatro Nuovo con il biglietto dello Schiaccianoci del 26 dicembre, avranno diritto ad uno sconto di 10 euro sul prezzo intero.
Orari biglietteria periodo festivo:
28 dicembre dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00
29 dicembre chiuso
30 dicembre chiuso
31 dicembre dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00
Dal 1 gennaio al 6 gennaio chiuso

www.vivaticket.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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