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Da: Ufficio stampa comune di Ferrara

Turismo: Mipaaft, al via a settembre primo meeting nazionale turismo
Il 13 e 14 settembre 2019 si aprirà a Ferrara il primo Meeting Nazionale sul Turismo. Una vera propria agorà del turismo italiano, che vedrà la partecipazione di tutti gli attori del settore: Ministero, Enit, Regioni ed enti locali, associazioni di categoria e professionisti.

L’evento, promosso dal Mipaaft, sarà una due giorni ricca di dibattiti, tavole rotonde e sessioni tematiche. Il primo vero momento di confronto tra istituzioni e privati, un progetto importante, destinato a rappresentare in Italia un vero e proprio appuntamento per analizzare e disegnare agenda e strategie politiche, puntando su crescita, qualità, obiettivi, regole, promozione e marketing.

“Ho voluto riunire tutto il mondo del turismo. Superare il vecchio concetto di Stati generali e creare finalmente un momento di confronto per fare rete e creare strategie per far diventare il turismo italiano sempre più competitivo ed attrattivo. L’obiettivo è costruire una politica industriale del turismo. Stiamo lavorando come Ministero con le Regioni, l’Enit e i privati”, dichiara il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Sen. Gian Marco Centinaio. “Quello di Ferrara sarà un grande meeting, in cui tutti insieme raccoglieremo spunti, proposte ed idee. Il Sistema Italia, il brand Italia di cui parlo è questo: una vera squadra, fatta di interlocutori importanti, che lavorano insieme per far crescere questo settore, trainante per il nostro Paese”.

“Un’ecumenica visione turistica. Anche ad Enit sta a cuore armonizzare il settore per approdare a posizioni condivise sugli strumenti di promozione turistica dando spazio a tutte le idee innovative dei protagonisti del settore. Per questo con il Meeting del Turismo sono stati previsti tavoli specializzati di discussione con centinaia di stakeholders ed esperti di settore. Si parlerà di qualità dei servizi, di normative e regolamentazione dei sistemi, di turismo accessibile e di promozione e marketing”, sottolinea il Presidente dell’Enit, Giorgio Palmucci. “L’ultimo appuntamento risale al 2016, e ora il Mipaaft del Ministro Centinaio e la nuova Enit hanno voluto riportarlo in auge in quanto evento cruciale per l’indirizzo dell’industria turistica. Lo faremo animando il cuore delle location più suggestive di Ferrara attraverso incontri itineranti come al Teatro Comunale e al Castello Estense perché il buon turismo non può prescindere da processi di integrazione territoriale che creino una rete globale strutturata dell’offerta”.

“Siamo orgogliosi di ospitare a Ferrara queste giornate di studio e approfondimento su tematiche così importanti – afferma il sindaco del capoluogo estense Alan Fabbri – un appuntamento che va a sottolineare e valorizzare la vocazione turistica della nostra città, il ruolo e la posizione strategica nella rete italiana e internazionale di luoghi storici e tradizionalmente attrattivi. Il nostro territorio è particolarmente ricco di beni monumentali e artistici, nonché di strutture accoglienti per ogni tipologia di visitatore e turista. Il nostro impegno sarà anche quello, grazie agli stimoli che emergeranno nei temi trattati il 13 e 14 settembre da prestigiosi relatori, di valorizzare ancor di più un patrimonio fondamentale per la collettività in termini sia economici sia culturali”.

L’evento, sarà aperto dall’intervento del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e dal Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Sen. Gian Marco Centinaio, a cui saranno affidate anche le conclusioni del Meeting. Al termine della due giorni sarà presentato il “Programma operativo 2019-2020” a cura del Dipartimento Turismo del Mipaaft.
Nelle prossime settimane sarà divulgato il programma dettagliato del Meeting

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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