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Da ufficio stampa

Copparo – Consegnati il primo febbraio scorso i lavori di intervento straordinario per la pubblica illuminazione alla ditta Elettrocostruzioni di Rovigo. Il lavoro è stato presentato in conferenza stampa da Cristiano Bulgarelli amministratore unico di Patrimonio Copparo srl e dal tecnico di Patrimonio Copparo Alessandro Cirelli. Il capitolato predisposto da Patrimonio Copparo prevede un investimento di circa 2 milioni di euro + iva in 12 mesi, in cui la Elettrocostruzioni dovrà sostanzialmente intervenire e riammodernare la rete elettrica pubblica, con sostituzioni di materiale non più idoneo ma anche ampliando la rete con nuovi punti luce in zone particolarmente critiche e individuate nel capitolato. Alla fine dei lavori ci sarà la sostituzione di circa 3700 corpi illuminanti con nuovi corpi a luce led, molto più luminosi e che permetteranno un considerevole abbassamento dei consumi di energia elettrica.

Bulgarelli e Cirelli hanno evidenziato come nella prima fase dei lavori, la Elettrocosrtuzioni sarà impegnata nell’effettuare scavi e lavori edili per la sistemazione della rete, limitando al massimo i disagi per i cittadini e residenti. Ricordiamo che per ogni evenienza è sempre attivo il numero verde di Elettrocostruzioni 800 065 665.
Gli interventi più importanti saranno in via S. Antonio da Padova, attualmente priva di illuminazione, realizzata ex novo; in via Gramsci con il rifacimento della rete elettrica; in via Boschetto con il percorso pedonale illuminato. Nuovi punti luce in via Bighi, viale Ricci e a Sabbioncello. In alcune aree, saranno sostituiti i vecchi pali in cemento con pali in metallo zincato. Poi S. Apollinare, Cesta, Coccanile con l’ampliamento di dieci nuovi pali illuminanti. I 3700 corpi a led saranno telerilevati da remoto tramite tecnologia wifi, che segnalerà ogni malfunzionamento alla centrale operativa.
Di seguito tutte le località e le vie interessate dai lavori. Sabbioncello S. Pietro, Via Marchesa; Tamara, Via Valle, Via Govoni; Copparo, Parco Villa Zardi, Via M.T. di Calcutta, piazza Papa Giovanni XXIII, Via Marchi, Via Colombo, Via Bolognesi, Via Fermi, Via Bighi, Viale Ricci; Sant. Apollinare, Via seminato; Coccanile, Via Provinciale, Via Faccini.
nelle foto uno dei cantieri aperti per il rifacimento della rete di pubblica illuminazione
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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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