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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Pera, al via l’organizzazione interprofessionale. Rabboni: un passo importante sulla strada di un’agricoltura competitiva e capace di fare reddito. Amidei: regole e strategie per coordinare le scelte. Presentazione a Ferrara venerdì 21 marzo.

Bologna – Più gioco di squadra per promuovere le pere dell’Emilia-Romagna. Dopo avere superato i passaggi previsti dai regolamenti comunitari e aver ottenuto il riconoscimento della Regione Emilia-Romagna, è operativa l’OI della pera, un organismo che riunisce tutti gli anelli della filiera – dalle imprese agricole, all’industria di trasformazione e commercializzazione – di un prodotto che rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura dell’Emilia-Romagna, con circa il 65% dell’intera produzione nazionale.
“La nuova organizzazione interprofessionale – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – è la terza che viene realizzata in Emilia-Romagna, dopo quella del pomodoro da industria e quella del comparto suinicolo. Si tratta di un altro passo importante sulla strada di un’agricoltura più organizzata, più competitiva sui mercati e capace di fare reddito. Da oggi sarà possibile programmare meglio la produzione di pere e prevenire o comunque tenere sotto controllo eventuali crisi di mercato. Naturalmente la reale efficacia dell’azione dell’organismo interprofessionale dipenderà esclusivamente dalle decisioni operative che i suoi componenti sapranno assumere ”. Secondo il presidente della OI Gianni Amidei “il riconoscimento dell’Interprofessione Pera e’ un importante punto di partenza per determinare insieme delle regole e delle strategie con l’obiettivo di migliorare la competitività del prodotto.”
La nuova OI, che sarà al centro di un seminario organizzato da Cso Servizi a Ferrara il prossimo 21 marzo, sviluppa la propria attività in Emilia-Romagna e Veneto, “vale” il 39% della produzione nazionale, per una superficie coltivata di 10.400 ettari e una produzione media di 255 mila tonnellate.
Per la parte agricola è costituita da 14 organizzazioni di produttori e dalle organizzazioni professionali agricole Cia Emilia Romagna, Federazione regionale Coldiretti e Federazione regionale agricoltori che rappresentano gli agricoltori non organizzati in Op. Per le industrie di trasformazione aderiscono: Conserve Italia, Aiipa, Fruttagel. La parte commerciale è infine rappresentata dalle principali strutture di commercio all’ingrosso delle pere da consumo fresco, che operano in Emilia-Romagna e Veneto: Alegra, Aop Romandiola, Mazzoni, Naturitalia, Fruitimprese Emilia Romagna, Unacoa, Coferasta, oltre che da Conad.
Aderiscono all’Oi anche la Camera di commercio di Ferrara, il Consorzio della pera dell’Emilia Romagna Igp, il Centro ricerche per le produzioni vegetali e la Fondazione per l’agricoltura Fratelli Navarra.
La nuova organizzazione interprofessionale, se riuscirà a raggiungere la rappresentatività di almeno il 60% della produzione interessata, potrà essere uno strumento fondamentale per promuovere e valorizzare il settore, limitare gli sbalzi di mercato e favorire un’equa remunerazione del prodotto tenuto conto che avrà la possibilità di operare per il prodotto ”pera”, come sezione territoriale dell’Organizzazione interprofessionale nazionale Ortofrutta Italia. Il piano di lavoro prevede iniziative per migliorare la trasparenza del comparto e ricerche per orientare la produzione ai fabbisogni del mercato e dei consumatori. Tra gli obiettivi anche il monitoraggio e l’aggiornamento dei dati relativi ai costi dei fattori produttivi delle pere, in riferimento alla qualità e alle tecniche di produzione, con particolare attenzione a quelle a basso impatto ambientale.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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