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Da: Elettorale Lega Nord
“La visita del ministro Centinaio serve a mettere in evidenza l’importanza dell’agricoltura ferrarese,fatta di piccole e medie imprese di grande tradizione e qualità. E’ un settore che merita una attenzione importante, superiore a quella che ha ottenuto fino ad ora, a Ferrara come nel resto del Paese. Come candidato sindaco posso garantire che se saremo alla guida della città nomineremo un assessore all’Agricoltura, scorporando le deleghe relative a questo settore da quelle più generiche delle Attività produttive.Rriteniamo importante garantire un canale diretto alla imprese agricole che vogliono crescere, anche per affrontare il complesso sistema dei permessi e della burocrazia per chi vuole investire”. Così Alan Fabbri, candidato a sindaco di Ferrara per il centrodestra è intervenuto durante la visita a Ferrara del ministro alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio presso l’ Azienda agricola Cavallerizza, caseificio La Deliziosa e l’azienda Fratelli Rizzieri 1969. “Ringraziamo le aziende che ci hanno ospitato e il ministro che è venuto a farci visita in questo breve tour utile per sottolineare la nostra attenzione all’inter settore dell’agroalimentare”, ha concluso il candidato. “Agricoltura significa anche identità e cultura e noi vogliamo continuare a sottolineare quanto la gastronomia, l’agricoltura e i suoi prodotti possano creare marketing e turismo”.
Su questo punto si è incentrato anche l’intervento del ministro: “Agricoltura vuole dire anche occupazione, vuole dire futuro: il numero di giovani che in Italia si sono occupati nel settore agricolo è superiore a quello degli altri Paesi europei”, ha spiegato Centinaio “inoltre sempre più giovani sono laureati”. La morale è dunque “legare due termini che in passato andavano in direzione opposta: vogliamo una agricoltura di tradizione ma innovativa”, ha spiegato ancora.
“Di tradizione per le caratteristiche e le specialità e la qualità che l’agricoltura italiana esprime in termini di produzione, ma innovativa perchè il resto dell’Europa sta puntando su nuove tecnologie e noi non possiamo rimanere indietro”.

Un altro punto è l’esportazione: “L’Italia esporta 42 miliardi di euro ma l’Olanda ne esporta 80 miliardi e viste le eccellenze del nostro paese è un gap che dobbiamo superare”, ha aggiunto “anche attraverso la lotta alla contraffazione e la valorizzazione di nuovi mercati”. Le aperture al mercati internazionali “sono importanti e altrettanto fondamentale è la valorizzazione del turismo enogastronomico, come dimostra il fatto che solo l’anno scorso l’85% dei turisti americani che sono venuti in Italia hanno messo tra i primi motivi della loro scelta il valore del cibo tradizionale italiano”. In questo senso “la legge sull’enoturismo è una importante innovazione e l’obiettivo è costruire un percorso che faccia conoscere un intero territorio partendo da un biglietto da visita che può essere quello agroalimentare”, ha proseguito Centinaio. “Anche in questo senso dobbiamo valorizzare al massimo le filiere allargandole a tutti gli attori compresi i consumatori e la grande distribuzione”.
“Ma per riuscire in questi obiettivi è fondamentale che nei territori ci siano i sindaci giusti, come Alan Fabbri, interessati a valorizzare finalmente il settore come merita e dare corso alle politiche di apertura ed innovazione su cui stiamo lavorando. In questo senso il 26 maggio è una data che davvero può determinare il cambiamento”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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