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Da: Elettorale Lega Nord
SERVIZIO E NIENTE TARIFFE PER CHI HA UN MUTUO”
“Una città che si apre al futuro deve investire sulle nuove generazioni. Per questo già nei primi cento giorni daremo il via alla riprogettazione dei servizi educativi rivolti ai bambini da zero a sei anni. La questione è semplice: non è possibile programmare un serio sviluppo economico e sociale di un territorio, quando i nidi e le materne coprono solo un terzo delle potenziali domande di accesso. Vogliamo che a Ferrara ci siano più asili e scuole materne, anche di iniziativa privata, da organizzare in un’ottica di sussidiarietà e capaci di rispondere in modo flessibile alle nuove esigenze. Sosterremo economicamente le famiglie per rendere accessibili questi servizi ed elimineremo i costi per l’accesso ad asilo e materna per chi ha un bimbo piccolo e sceglie di acquistare casa in città. Inoltre, incentiveremo la creazione di asili aziendali presso tutti gli enti della pubblica amministrazione e progetteremo nuovi spazi di vita comune per i più piccoli, dando vita ad innovativi Poli per l’infanzia ad accesso libero, capaci di offrire adeguati spazi e strumenti di crescita”.
Così Alan Fabbri, candidato a sindaco di Ferrara per il centrodestra illustra le linee guida di un altro punto fondamentale del programma di governo della Città, quello dedicato alle famiglie e ai servizi per l’infanzia.
“A Ferrara ci sono circa 6000 bambini da 0 a 6 anni, ma gli asili e le scuole materne tra pubbliche e convenzionate, mettono a disposizione solo 2000 posti. Questo significa che riescono a coprire soltanto un terzo della domanda potenziale e che molte famiglie o rimangono escluse dalle graduatorie o addirittura non presentano la domanda di accesso al servizio”, spiega Fabbri.
“Non poter portare il proprio figlio al nido o alla materna ha ripercussioni importanti su tutta la famiglia, soprattutto quando non si tratta di una scelta”, continua il candidato. “Nella pratica significa che qualcuno deve rimanere a casa con il bambino, rinunciando magari ad un posto di lavoro o a cercare lavoro, che il bambino non beneficia della socializzazione e delle competenze sviluppate nell’ambiente scolastico e che la famiglia si trova a gestire la crescita del proprio figlio senza supporti nel ruolo educativo. Tutto questo rallenta inevitabilmente lo sviluppo di una città”.
L’asilo non deve essere più essere considerato un servizio socio-assistenziale ma deve “essere inserito in un progetto complessivo di sviluppo e di crescita”, continua Fabbri. “I passi da compiere per noi sono chiari. Innanzitutto i servizi per l’infanzia vanno incrementati: devono essere più diffusi, flessibili e accessibili. Vanno introdotti nuovi modelli organizzativi capaci di rispondere alle esigenze mutate delle famiglie di oggi, coinvolgendo i privati, comprese le realtà del mondo cattolico, in un progetto articolato che mantenga per il Comune un ruolo centrale di organizzatore e supervisore, ma dia la possibilità all’iniziativa privata di svilupparsi in un’ottica di sussidiarietà efficace”.
Oltre ad essere diffusi i servizi devono essere anche accessibili: “Attiveremo un piano per l’attribuzione di un contributo mensile, una sorta di voucher comunale per le famiglie che non trovano posto negli asili pubblici o convenzionati. Il contributo coprirà la differenza tra il costo del servizio pubblico e la retta applicata dagli asili e dalle scuole private autorizzate e sarà corrisposto direttamente al gestore della struttura. In questo modo, in attesa di veder soddisfatta la propria domanda, la famiglia si troverà a pagare tariffe simili a quelle che avrebbe pagato accedendo subito agli asili pubblici o convenzionati”, aggiunge il candidato.
“Vogliamo attivare politiche anche a sostegno delle nascite: le famiglie con figli nella fascia da 0 a 3 anni, che hanno in essere un mutuo per l’acquisto della prima casa a Ferrara non pagheranno la retta per i servizi educativi per l’infanzia” e “sosterremo progetti di apertura di nidi aziendali presso tutte le Pubbliche amministrazioni presenti a Ferrara”. Oltre alla scuola fondamentali sono anche gli spazi cittadini da ripensare con una particolare cura per l’infanzia. “Daremo il via alla progettazione di un nuovo Polo per l’infanzia, utilizzando fondi regionali e statali: un luogo pubblico, sicuro e accessibile, dedicato allo sviluppo cognitivo, alla socializzazione e alla crescita dei ferraresi di domani”, conclude Fabbri.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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