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Da: Ufficio Stampa Comune di Ferrara

“Entro un anno individueremo la giusta collocazione per la realizzazione di una biblioteca nella zona sud della città. Sarà un progetto innovativo perché l’obiettivo condiviso deve essere quello di realizzare una biblioteca di nuova concezione con nuovi servizi adeguati alle reali esigenze dei fruitori di tutte le età. Una volta individuato il luogo in coerenza con il nuovo Piano urbanistico generale l’opera sarà inserita nel Piano triennale delle opere pubbliche per realizzarla entro la fine del mandato. Una nuova biblioteca, moderna e concepita secondo parametri e visioni più ampie, sarà un passo avanti per Ferrara che su questo tema è rimasta indietro, come dimostrano anche i numeri degli utenti che, secondo i dati forniti dagli uffici superano di poco le 10.000 unità. Anche in questo caso ci troviamo ad affrontare un sistema che presenta notevoli mancanze a causa della trascuratezza che l’amministrazione PD ha riservato al settore. Oggi, i vecchi amministratori, attaccano senza rendersi conto che quello che indicano è il risultato del loro approccio sbagliato ad un tema che deve essere inserito in una evoluzione complessiva della città”.

“Tutti sanno quanto sia pretestuoso e strumentale parlare della millantata biblioteca alle Corti di Medoro che il Pd millantava di voler realizzare, peraltro all’interno di una caserma, ma senza mettere a bilancio nemmeno un euro per l’arredo per i libri per il personale. La nuova biblioteca di Ferrara invece la realizzeremo noi, e guarderà al futuro. E’ questa la differenza tra il Pd e la Lega alla guida della città: noi agiamo concretamente, non semplicemente per sbandierare principi, ma puntando concretamente a migliorare il futuro. Per esempio guardando ai Fondi Europei per la realizzazione di un progetto articolato o ad una eventuale collaborazione con l’Università che cercheremo di coinvolgere nella progettazione dell’idea”.

“Per quanto riguarda il turn over del personale, come abbiamo avuto modo di chiarire durante l’incontro con i sindacati, abbiamo previsto l’assunzione di tre figure che andranno a sostituire i pensionamenti già previsti, mentre a breve si avvierà una procedura di mobilità interna per ricoprire le cariche e i posti da bibliotecario che verranno mano mano a mancare con i prossimi pensionamenti”.

“Nessuno ha l’intenzione di sminuire l’importanza di questo settore ma la strumentalizzazione politica che ne fa il Pd agitando un inutile spauracchio sulla chiusura delle biblioteche non fa bene a nessuno, soprattutto non a chi vuole rendere la nostra città sempre migliore”.

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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