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Da: Elettorale Lega Nord
“Abbiamo un sogno: trasformare Ferrara in una vera città dello sport. Partiremo, come sempre dalla concretezza: mappando le strutture esistenti e programmando, dove è necessario, una manutenzione o un rilancio delle stesse. Subito dopo, coinvolgeremo tutte le associazioni e le società sportive in un progetto comun,e volto a creare un’offerta completa che proponga attività dedicate a tutte le età durante tutto l’anno, includendo anche le scuole per la promozione di tutti gli sport rivolta a giovani e bambini, con iniziative diverse”.
Alan Fabbri, candidato a sindaco di Ferrara per il centrodestra, interviene sulla questione sport a Ferrara per illustrare le linee guida del programma.
“A Ferrara ci sono 25.000 giovani residenti e 20.000 studenti universitari: a loro sentiamo il dovere di offrire la più ampia scelta possibile in termini di attività sportiva”, spiega Fabbri. “Crediamo che l’offerta già importante che la nostra città vanta vada messa in comunicazione e organizzata per creare una sorta di circuito virtuoso dello sport, attivo 365 giorni all’anno e capace di soddisfare esigenze differenti per età e attitudine”.
“Per noi non esistono sport minori o discipline più importanti: crediamo sia il momento di far scoprire ai più piccoli e ai giovani, in collaborazione con le scuole e l’Università, tutti i tipi di attività adatte ad ogni fascia di età, per dare la possibilità a chi è interessato di orientarsi anche su discipline meno note e siamo certi di trovare nelle associazioni sportive e negli istituti scolastici la piena partecipazione al progetto”.
Massima attenzione sarà data “alla partecipazione alle attività sportive dei diversamente abili: via tutte le barriere architettoniche e sostegno ai percorsi di promozione ed inclusione dedicati alle fasce deboli”, prosegue Fabbri. E poichè lo sport come “sistema di vita salutare e ricerca del benessere si può praticare anche all’aria aperta e senza limiti di età, per i 40.000 anziani residenti vogliamo promuovere un progetto mirato di passeggiate benefiche sulle mura, una volta restaurate, con un percorso adeguatamente attrezzato e figure adatte alla formazione all’accompagnamento dei partecipanti”, spiega ancora il candidato.
“Siamo convinti che qualsiasi sport praticato a qualsiasi livello sia importante per la formazione dei cittadini di domani e, per questo, sosterremo, con iniziative che coinvolgano anche i privati, le associazioni e società sportive dilettantistiche legate al volontariato, soprattutto in periferia, valorizzando nel contempo i rapporti con il Centro Universitario Sportivo (CUS) che tante potenzialità può esprimere in questo ambito, a favore della città”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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