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Da Lega Nord Emilia Romagna

“Per il Grattacielo si trovi una soluzione condivisa. Tagliani non faccia il forte con i deboli dopo aver fatto il debole con i forti: alla Gad serviva agire con il pugno di ferro, nel Grattacielo, invece, abitano anche cittadini onesti che vanno rispettati”.
Abbattere la struttura senza raggiungere un vero punto di accordo con i residenti non è la soluzione giusta per risolvere la questione Grattacielo, secondo Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna, che interviene sulla delicata questione della messa a norma dell’edificio e della riqualificazione della zona, che vede il sindaco e i cittadini su due posizioni contrapposte.
“L’impressione è che il sindaco voglia spendere a tutti i costi i due milioni di euro ottenuti dal governo senza preoccuparsi troppo, in tipico stile Pd, delle economie delle famiglie che verranno coinvolte da eventuali espropri”, spiega Fabbri. “Demolire senza, peraltro, saper dare garanzie su quello che avverrà dopo (sia per quanto riguarda le famiglie che per quello che dovrebbe nascere al posto dei palazzoni) o imporre soluzioni drastiche ai proprietari è un modo per buttare un po’ di fumo negli occhi ai cittadini in materia di sicurezza”, aggiunge l’esponente della Lega Nord.
E’ vero che la zona va riqualificata, “ma lo stesso primo cittadino che non è riuscito ad intervenire in modo efficace in una zona di spaccio, da anni in mano alla delinquenza, com’è il quartiere Gad, non può ora pretendere di fare la voce grossa in una zona che, pur difficile, vede presenti tanti cittadini onesti che si sono già impegnati, personalmente, in passato per tentare di sanare la situazione gravissima in cui il Grattacielo si era ridotto”, aggiunge Fabbri, riferendosi alla questione delle spese condominiali rimaste in sospeso con Hera. “Gli standard antincendio e anche tutti gli altri parametri che riguardano la sicurezza dell’edificio devono essere assolutamente garantiti e nel più breve tempo possibile, ma è necessario trovare un punto comune, con incontri coadiuvati da tecnici ed esperti esaminando non una, ma più soluzioni, ad un problema che riguarda tutta la città”.

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PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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