Skip to main content

Da Lega Nord

“Le case popolari spettano, prima di tutto, a chi ha contribuito, con il proprio lavoro, a far crescere la città. Chi abita a Ferarra continua a subire i dictat del Pd che mette al primo posto gli immigrati. A Bondeno, invece, 12 alloggi popolari su 17 sono stati assegnati a famiglie italiane in difficoltà e, per la prima volta in Emilia Romagna, uno è andato ad un padre separato. Un risultato di equità sociale. Il razzismo a contrario, che danneggia gli italiani va fermato. E cambiare si può”.

Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna e presidente del Consiglio comunale di Bondeno, interviene così sui dati relativi alle assegnazioni degli alloggi popolari, dopo la pubblicazione delle graduatorie del Comune di Bondeno. La differenza tra il capoluogo di provincia e il Comune amministrato dalla Lega Nord è evidente. A Ferrara più della metà degli alloggi popolari viene assegnata agli stranieri che sono il 9,5% della popolazione, “a Bondeno, invece, che ha circa il 10% di immigrati, l’80% degli alloggi è destinato agli italiani”. A funzionare è il principio di residenzialità storica che premia, con un punteggio più elevato, chi da più tempo risiede nel territorio. La norma, introdotta dallo stesso Fabbri, quando era alla guida del Comune è stata mantenuta e attuata dal successore Fabio Bergamini, con risultati evidenti: “Con bandi così strutturati, nel tempo i numeri si sono consolidati e, ora, le percentuali delle assegnazioni rispettano la proporzione tra autoctoni e immigrati”, continua Fabbri. “In questo modo si evita che ad una minoranza della popolazione vada assegnata la maggior parte di un diritto fondamentale, come quello alla casa”. L’ultimo bando, inoltre, “ha assegnato per la prima volta in Emilia Romagna un alloggio popolare ad un padre separato che ne aveva i requisiti”, grazie ad una sottograduatoria che parifica, in termini di punteggio, la sentenza di rilascio della casa coniugale allo sfratto. “Un altro importante risultato in termini di equità sociale e di attenzione alle categorie deboli”, specifica ancora il capogruppo Lega Nord.

La battaglia della Lega sul tema residenzialità è, però, di lunga data: “Due anni fa, quando la Regione si trovò costretta a cambiare il regolamento delle assegnazioni per rimediare alla presenza, negli alloggi Acer, di tante famiglie che non ne avevano diritto, la Lega propose, con un emendamento, di introdurre il limite dei 10 anni di residenzialità per l’accesso al bando. Il Pd tentennò a lungo, scendendo prima a 5 anni e, poi, riducendolo a 3 anni: una soglia troppo bassa che, evidentemente, non elimina le gravi disparità presenti nella distribuzione degli alloggi popolari”, aggiunge Fabbri. “Se l’assessore ai Servizi sociali Elisabetta Gualmini mi avesse ascoltato a suo tempo, avrebbe garantito agli emiliano romagnoli un accesso più equo al welfare che, di diritto, spetta a chi ha contribuito pagando per anni le tasse sul territorio”.

Al di là dei regolamenti regionali, però, “Bondeno dimostra che un primo cittadino può fare la differenza”, conclude Fabbri. “A Ferrara, invece, gli effetti della politica scelta dal sindaco Pd, Tiziano Tagliani, sono sotto gli occhi di tutti. E non solo nelle percentuali delle assegnazioni delle case popolari, ma anche nella situazione di una città ormai consegnata, per ampie zone, al degrado e alla criminalità”.

Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it