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Da: Ufficio Stampa lega Nord Emilia Romagna

“Basta buonismi a favore degli immigrati: le case popolari devono tornare ai ferraresi. Come? Assegnando punteggi in base agli anni di residenza nel Comune. Non è un concetto nuovo e nemmeno discriminante, ma semplicemente un modo per garantire equità sociale. Sono tanti i Comuni che già lo applicano e la stessa Regione Emilia Romagna ne ha compreso il senso. Possibile che la Sapigni non lo capisca?”.

Così Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione interviene sulla questione degli alloggi popolari a Ferarra.

“I numeri sproporzionati delle nuove assegnazioni ci dicono che è ora di ripristinare i principi che garantiscono equità sociale. Primo tra tutti quello secondo cui i servizi devono essere garantiti a chi li ha pagati: le case popolari devono tornare agli anziani in difficoltà e alle famiglie ferraresi. Quando la nuova amministrazione sarà in carica, se i cittadini ci daranno fiducia, applicheremo la regola della residenzialità storica, che varrà per tutti, italiani e stranieri. Nessuna discriminazione quindi, ma semplicemente la volontà di riportare i dati in equilibrio e garantire i diritti ai ferraresi”, spiega il consigliere.

“L’assessore Sapigni continua a proporre concetti astratti di assistenza senza fare i conti con la realtà delle cose: concedere ad una minoranza di cittadini la maggior parte dei servizi garantiti dal welfare non è un modo per favorire l’integrazione, tutt’altro”. Per Fabbri “l’assegnazione delle case popolari deve essere filtrata dalla residenzialità storica a garanzia di un equilibrio che rispecchi le vere esigenze della popolazione, favorendo e garantendo i diritti prima di tutto a chi da più tempo risiede sul territorio”, spiega.

“Anche la Regione Emilia Romagna ha colto la bontà del principio e, su nostra indicazione, ha inserito questo criterio prevedendo un minimo di tre anni di residenza sul territorio per poter accedere all’assegnazione degli alloggi Erp”, aggiunge Fabbri. “Se saremo alla guida di Ferrara aggiungeremo la norma per cui verrà assegnato un punteggio crescente in base al numero di anni di residenza, in modo da rendere più eque le graduatorie”.

A Bondeno “dove questa regola è già stata applicata abbiamo ottenuto risultati immediati senza discriminare nessuno: su 160 alloggi già assegnati 145 sono andati a famiglie di nazionalità italiana e 15 a immigrati, che significa il 90,6% a italiani e il 9,4% a cittadini extracomunitari. Una dimostrazione in più che corretti criteri di residenzialità fanno rientrare le assegnazioni in percentuali corrette, che rispecchiano reale la proporzione della effettiva presenza sul territorio.”, aggiunge il consigliere.

“Per noi la residenza è un concetto da tutelare, significa anche appartenere ad una comunità e aver contribuito e contribuire alla formazione dello stato sociale e noi vogliamo semplicemente rimettere al centro i cittadini di Ferrara e restituire i servizi a chi li ha pagati”, aggiunge il consigliere. Oltre a Bondeno “tanti altri Comuni italiani anche amministrati dal centrosinistra hanno applicato questo criterio e non capiamo perchè a Ferrara non si possa fare”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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