Skip to main content

Da ufficio stampa Lega Nord Emilia-Romagna

Primo passo: niente più permessi per chi non sa l’italiano e, dunque, è totalmente incapace di leggere i contenuti delle norme e delle leggi

Bologna – «Le persone che dobbiamo contrastare sono prive di scrupoli, organizzate, ramificate come una forma di associazione mafiosa, in grado di minacciare con le armi e – come i dati ci dimostrano – di impoverire irreversibilmente le risorse ittiche dei nostri fiumi. Vanno perseguite e sconfitte con strumenti nuovi». Quanto descritto dal capogruppo regionale Ln, Alan Fabbri, sarà il sale delle misure che verranno discusse nel corso di Carpitaly, la manifestazione in programma a Gonzaga (Mn), il 18 febbraio. Dove, da qualche anno, il focus si è spostato su temi quali i cosiddetti “predoni del Po” e il bracconaggio. Temi semisconosciuti, fino a qualche anno fa, ma drammaticamente esplosi, mettendo le istituzioni con le spalle al muro e la necessità di ripensare tutti gli strumenti di contrasto. Insomma, un fenomeno “nuovo”, favorito dall’immigrazione dai paesi dell’est, come quella dei Lipoveni, e tale da prevedere un inasprimento delle norme. «Grazie al nostro impegno in Regione – dice Alan Fabbri, che interverrà dopo l’onorevole Ln, Marco Carra, componente della commissione Agricoltura alla Camera – sono state almeno inasprite le sanzioni per i bracconieri, ma è giunto il momento di cambiare passo.» Fabbri porta l’esempio dell’azione che ha portato alcune settimane fa alla denuncia di una banda di romeni, in Lombardia, per “bracconaggio ittico”. Un primo caso, che deve essere la via maestra per introdurre il reato di bracconaggio, appunto. Per arrivare a questo, «occorre fare approvare quanto prima un progetto di legge in Regione – continua Alan Fabbri – che riprenda gli accorgimenti già segnalati in questi anni. Il primo passo dev’essere il divieto di rilasciare altre licenze per la pesca professionale nelle acque interne. Questo eviterebbe a molti stranieri senza scrupoli di potersi proteggere sotto l’ombrello protettivo di una licenza usata in modo improprio.» Ci sono, quindi, altre anomalie: queste licenze, fino al recente passato, sono state assegnate anche a chi non conosce una parola di italiano. E l’interrogativo, quindi, viene spontaneo: «come si può rilasciare un’autorizzazione ad una persona che non è in grado di leggere una norma? E’ pazzesco. Questi errori non devono accadere mai più», conclude Fabbri. A Gonzaga, insomma, il confronto sarà aperto ed a tutto campo.

Questi i relatori del convegno: On. Marco Carra, Camera dei Deputati Commissione Agricoltura; Alan Fabbri, Consigliere Regione Emilia-Romagna; Francesco Ruscelli, Direttore FIOPS (Federazione Italiana Operatori Pesca Sportiva); Claudio Matteoli, Presidente Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva Attività Subacquee e Nuoto Pinnato); Cap. Giovanni Gianvincenzo, Resp. Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri Corpo Forestale Milano; Stefano Martellos, Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste, Coordinatore CSMON-LIFE (primo progetto italiano di “citizen science” sulla biodiversità, finanziato in Italia dalla Commissione Europea nell’ambito del programma LIFE+): Carlo Rizzini, Pescaturismo in Irlanda, Casa Rizzini: Modera Roberto Ripamonti, Pescare&Cacciare TV – Carponline.it.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it