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Da: Ufficio stampa Lega Nord Emilia Romagna

“E’ davvero singolare che i killer della Carife chiedano giustizia per un crimine che hanno commesso loro. Noi la soluzione agli azzerati la diamo, è concreta e aspettiamo con entusiasmo che i soldi arrivino nelle tasche dei risparmiatori truffati. Quelli del Pd imparino a leggere i documenti e ci lascino lavorare: vedrete che i cittadini saranno contenti”.

Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in regione Emilia Romagna risponde agli attacchi sulla questione dei rimborsi Carife.

“Quelli del Pd cercano di montare una polemica strumentale sul nulla, frustrati dal fatto che siamo noi a dare soluzione ad un problema che hanno creato loro con lo scellerato decreto Salvabanche”, aggiunge Fabbri. Ed entrando nel merito precisa: “Il disegno di legge di bilancio prevede l’istituzione di un apposito Fondo per il ristoro dei risparmiatori, le risorse stanziate ammontano a 525 milioni di euro annui per ciascun anno del triennio 2019-2021, per un totale di oltre 1,5 miliardi di euro”.

Altra cosa sono invece “le tabelle riportate nel documento inviato a Bruxelles, su cui si è costruita questa inutile polemica”, aggiunge Fabbri. Quelle tabelle infatti “indicano le erogazioni di cassa (e non gli stanziamenti) e tengono conto dei tempi tecnici che saranno necessari per l’istruttoria delle richieste e per il completamento delle procedure”.

Per questo motivo per l’anno 2019 “la previsione delle uscite di cassa a fronte dei 525 milioni disponibili è stata valutata in 250 milioni, mentre per gli anni successivi è di 500 milioni di euro annui”, aggiunge Fabbri.

“Nulla di strano dunque: il vero stanziamento si vedrà nel disegno di legge di bilancio quando verrà presentato in Parlamento”, conclude il consigliere.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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