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Da: Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna

“Quello che abbiamo raggiunto è un grande risultato per i risparmiatori traditi. Da sempre la Lega ha lottato a fianco delle vittime dei crac e del salvabanche. Ora che siamo al governo, anche per gli azionisti, arrivano risposte concrete”.
Esprime soddisfazione Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna per l’incontro che si è tenuto ieri a Roma tra i rappresentanti degli azzerati Carifee i sottosegretari Massimo Bitonci e Alessio Villarosa.
“Con la Lega al governo partono i rimborsi per i risparmiatori traditi ed è la prima volta che gli azionisti vengono compresi in un provvedimento di ristoro”, spiega Fabbri. “Verranno utilizzati i conti bancari dormienti per rimborsare gli azionisti truffati e, per questo, già nei prossimi giorni verrà costituito uno specifico fondo, da 1,5 miliardi in tre anni, grazie ad un collegato alla Legge Finanziaria”, aggiunge il consigliere.
“La Lega risponde in modo serio alle richieste di tutte le vittime del decreto Salvabanche voluto dal Pd che ha applicato il bail in prima del tempo mettendo le mani in tasca ai cittadini”, continua il capogruppo. “E con questo primo fondamentale passo cerchiamo di rimediare alle gravi colpe del Partito democratico di cui i ferraresi hanno fatto le spese”.
Per anni e “fin da principio la Lega è stata accanto ai cittadini nella loro lotta per ottenere un riconoscimento del grave torto subito”, ricorda Fabbri “ed è stato lottando insieme agli azzerati e alle associazioni dei risparmiatori, che, passo per passo, abbiamo raggiunto questo risultato importante”.
L’avvio dei rimborsi con la Lega al governo “è anche la risposta più concreta agli esponenti ferraresi del Pd che, come Calvano, non si sono opposti al decreto che ha messo in difficoltà tante famiglie e definivano i risparmiatori latifondisti o come Luigi Marattin, esecutore materiale dei mandati Pd in tutta questa drammatica vicenda”, continua Fabbri.
“Vigileremo sulle modalità di accesso al fondo che verranno stabilite dal regolamento affinchè siano semplici e comprensive e ringraziamo le associazioni dei consumatori, le associazioni degli azzerati e tutti i tecnici che hanno contribuito a realizzare quello che sembrava un miraggio e che oggi diventa realtà”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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