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Da: Elettorale Lega Nord
“E’ offensivo, per tutti i ferraresi, l’atteggiamento del sindaco Tagliani che davanti all’ennesima dimostrazione della gravissima situazione di violenza che dilaga nel quartiere Gad invece di chiedere scusa a Ferrara per le colpe di una amministrazione incapace che ha ridotto intere zone a terra di nessuno, cerca addirittura di scaricare la colpa su Salvini con battute infelici e inappropriate. Il vicepremier, dimostrando come sempre grande attenzione alla nostra città sarà a Ferrara il 3 maggio e ha promesso di risolvere quello che il Pd ha creato con anni di totale menefreghismo. E il candidato del Pd risparmi ai ferraresi le vane promesse di chi fino ad oggi non ha mai mosso un dito per evitare che la situazione degenerasse fino a questo punto ed eviti di attaccare il ministro per nascondere le proprie gravissime responsabilità. Quello che è successo oggi è colpa delle politiche lassiste e gravemente inadeguate del Partito democratico da cui di certo, da ferraresi, non accettiamo battute improprie”.
Così Alan Fabbri commenta l’ennesimo episodio di violenza che si è verificato in zona Gad e che ha visto protagonisti immigrati nigeriani.
“La violenta rissa di oggi è accaduta proprio a ridosso di piazzale Castellina dove saremo presenti venerdì con un nuovo appuntamento per chiedere ‘sicurezza per tutti”, sottolinea Fabbri e le immagini sono quelle di una parte della città ostaggio di spacciatori violenti e pericolosi. Sono immagini che non possiamo più tollerare: Ferrara non merita tutto questo”, continua Fabbri. I ferraresi sanno benissimo purtroppo perchè ne sono stati vittima a lungo, quanti appelli e quante richieste l’amministrazione Tagliani e il Pd hanbbiano ignorato e deriso. Appelli e richieste d’aiuto che arrivavano direttamente dai cittadini e che nonostante il dovere che un sindaco ha di ascoltare, sono state completamente ignorate”, continua Fabbri. “Quando saremo alla guida della città le cose cambieranno: il quartiere Gad tornerà libero dalla morsa della violenza e della criminalità e garantire la sua rinascita sarà la nostra ossessione”, spiega ancora Fabbri. Esattamente come stiamo facendo ora e come abbiamo fatto negli anni passati saremo presenti, fisicamente, in quella e in ttte le altre in cui ce ne sarà bisogno, per allontanare i violenti, per far capire agli spacciatori e ai criminali affiliati alla mafia e alla criminalità nigeriana che quella, con noi alla guida d Ferrara non è e non sarà mai più terra loro”.
E conclude: “Ringraziamo sentitamente il vicepremier Matteo Salvini per la visita dei prossimi giorni. Come sempre dimostra una grande attenzione per la nostra città. Insieme riusciremo a liberare Ferrara dalla violenza e dal degrado”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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