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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Per il quinto appuntamento di “Anatomie della Mente” Stefano Caracciolo ci parla del medico, teologo, musicista, Premio Nobel per la pace Albert Schweitzer

“Albert Schweitzer 50 anni dopo”. E’ questo il tema intrigante del quinto appuntamento di Anatomie della Mente, il fortunato ciclo di Conferenze di Varia Psicologia, organizzate da Stefano Caracciolo, Professore di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara, che si terrà domani, giovedì 14 maggio, alle ore 16.30, nella storica sede della Biblioteca Ariostea (via Scienze, 17).
A parlare di Schweitzer, medico, teologo, musicista, Premio Nobel per la pace, sarà il Prof. Caracciolo, che ci anticipa l’argomento della conferenza… “Fin dalla più tenera età, Albert Schweitzer (1875-1965) apparve destinato alla fama e ad una vita brillante.
Il suo enorme talento e la sua forza d’animo gli permisero di essere annoverato subito fra gli uomini più importanti del XX secolo per la sua opera in ambito teologico, filosofico e musicale. Infatti pubblicò a soli 24 anni un libro sulla filosofia religiosa di Kant, studiò a Parigi alla Sorbona ed a Berlino laureandosi in Teologia a 25 anni, studiò l’organo perfezionandosi con grandi maestri, tanto da divenire subito un famoso concertista specialmente nel campo della musica di J.S.Bach, di cui fu uno dei più grandi interpreti mondiali.
A 20 anni fece voto solenne di dedicare la propria vita agli altri, mentre compiuti i 30, Schweitzer stupì il mondo laureandosi in Medicina ed imbarcandosi in un epico viaggio nelle regioni più selvagge dell’Africa Equatoriale Francese, dedicando poi la sua vita a prestare servizio come medico in terre flagellate dalla fame e dalle malattie, tanto che nel 1952 venne insignito del Premio Nobel per la Pace.
La sua tesi di laurea in Medicina, discussa nel 1911 e pubblicata nel 1913, aveva per titolo: ‘Lo Studio Psichiatrico di Gesù’.
In questa opera egli confutava i risultati di alcuni studi apparsi negli anni precedenti, in cui le parole di Cristo dei Vangeli venivano interpretate sulla base di un presunto disturbo megalomanico, da una psicosi paranoide o da elementi allucinatori.
Naturalmente la profonda fede ed il rigore filosofico di Schweitzer, supportate dai suoi appassionati studi medici, lo portarono ad una profonda critica di una ipotesi così bizzarra sul piano scientifico e così scandalosa su quello teologico.
Questo ed altri scritti condussero poi Schweitzer ad occuparsi ulteriormente di Cristo, interesse poi concretizzato nella sua opera teologica più famosa, sulla figura storica del Salvatore.
Nel corso della conferenza la figura così lontana e così attuale di Albert Schweitzer verrà evocata con lettura di brani tratti dai suoi scritti e con la visione commentata di documentari originali sulla sua vita e le sue opere condotte all’insegna del suo motto ‘REVERENCE FOR LIFE’”.

(in foto: Stefano Caracciolo)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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