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da: Arch’è Associazione Culturale Nereo Alfieri

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All’interno delle  Celebrazioni Nazionali per Il centenario della nascita di Giorgio Bassani, domenica  8 maggio 2016 alle ore15.00, con partenza dal terrapieno delle Mura degli Angeli, davanti al Torrione del Barco,  avrà luogo una visita guidata in bicicletta, organizzata da Arch’è Associazione Culturale Nereo Alfieri in collaborazione con Fondazione Giorgio Bassani, Istituto Universitario di Studi Superiori Ferrara1391, Museo del Risorgimento e della Resistenza e Liceo Ariosto. L’iniziativa gratuita e aperta a tutti vuole evidenziare la connessione tra  la biografia, le parole e i  luoghi di Bassani a Ferrara.

La prima tappa del percorso di visita sarà nel Torrione del Barco, la fortificazione  descritta in   “Il giardino dei Finzi-Contini”: 

“…una di quelle piccole, erbose montagnole coniche, non più alte di due metri e con l’apertura d’ingresso quasi sempre interrata, nelle quali è abbastanza frequente imbattersi facendo il giro delle mura di Ferrara. A vederle, assomigliano un po’ ai “montarozzi” etruschi della campagna romana… Senonché la camera sotterranea, spesso vastissima, a cui qualcheduna di esse dà ancora adito, non ha mai servito da casa per nessun morto.”  

E’ da questo luogo, collegato da Bassani alla tomba dell’antichissima famiglia Matunas della necropoli etrusca di Cerveteri, che ha inizio il nostro percorso di visita che si concluderà  nel cimitero ebraico in cui Bassani ha immaginato il mausoleo dei Finzi-Contini.

Durante la visita, coordinata dalla storica dell’arte Silvana Onofri, sono previsti interventi del critico letterario Sergio Parussa, Associate Professor Wellsley College, della storica Antonella Guarnieri (Museo del Risorgimento e della Resistenza) e letture dell’attrice Gioia Galeotti.

 

Alla Certosa, il monumentale cimitero cattolico di Ferrara, davanti alla tomba di Emma Marchi, la Gemma Brondi di “La passeggiata prima di cena”, ascolteremo la voce registrata di Giorgio Bassani che legge la poesia “La cuginetta cattolica” con cui il cantore di Ferrara ricorda gli anni felici della sua infanzia nella casa dei nonni in via della Ghiara.

 “Non è affatto vero sono stato / molto felice da / ragazzo / però da bambino incomparabilmente / di più // La mia vita si svolgeva a quell’epoca / l’epoca della guerra / nella casa dei nonni in via / della Ghiara / col nonno Cesare che verso sera / tornava in bicicletta dall’ambulatorio o dall’ospedale / e che poi dritto in piedi dinanzi / ad una delle grandi finestre / di cucina / guardava verso Bologna l’oro delle nuvole a grado a / grado spegnersi / e intanto cantava a mezza bocca sogghignando e piangendo / Leonora addio // Sopraggiunse infine da Roma / una bella ardita / moretta / Bruna la cuginetta /cattolica

 

Al cimitero ebraico di via delle Vigne sarà invece l’epigrafe composta da Bassani e incisa sulla lapide di Cesare Minerbi, a ripercorre l’intera vita dell’amato nonno materno e a testimoniare la differenza tra l’uomo e il personaggio di Elia Corcos a lui ispirato:  

 “In questa tomba/accanto a quella del figlio / è sepolto / il Professor Dottor/ Cesare Minerbi/ per quarant’anni Primario/dell’Arcispedale Sant’Anna/ scienziato originale e clinico/di fama /medico curante di quattro/ generazioni di ferraresi // Nato nel 1856 / quando ancora a Ferrara governavano / i Cardinali Legati /morì nell’autunno del 1954 /quasi centenario /vivendo fino all’ultimo del proprio lavoro /passando arguto e solitario fra noi /col sorriso del saggio e del filosofo / e lo sguardo distante di chi ha scrutato il / dolore”

 

Dopo la breve sosta nella zona del cimitero che accoglie i familiari, la conclusione della visita sarà al monumento in onore di Bassani, dove una corona apposta il 25 aprile ricorda il suo antifascismo.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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