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da: Paola Di Stasio

Per la VI edizione di “Industriamoci”, iniziativa che vede ogni anno le piccole e medie imprese aprire le porte dei propri stabilimenti ai giovani, Sintexcal Spa il giorno giovedì 12 ha ospitato gli studenti della 4^A dell’Istituto Tecnico CAT “G.B. Aleotti” per un momento di formazione: ottima opportunità di comprendere come si muove il mondo del lavoro.
I ragazzi sono stati accolti nella stanza delle conferenze e hanno ricevuto una breve panoramica di ciò di cui la ditta si occupa: l’azienda in questione produce conglomerato bituminoso per il manto stradale, lavora tenendo conto dell’ambiente, ed è l’unica del settore ad avere una rete di impianti produttivi tecnologicamente avanzati in grado di servire l’Italia settentrionale e centrale. Tuttavia, l’aspetto che ha colpito di più gli studenti è che l’argomento principale non è stato incentrato sull’ “asfalto”, ma su come l’azienda gestisca il rapporto con i lavoratori e su come sia possibile, con impegno, raggiungere gli obiettivi prefissati, sul luogo di lavoro e nella vita. La Sintexcal crede, infatti, che per lavorare al meglio sia indispensabile prima di tutto stare bene sul luogo di lavoro, ed è questo che si propone: che i suoi dipendenti si alzino alla mattina felici di andare a lavorare e di fare qualcosa di utile alla comunità.
La visita si è poi spostata all’interno delle aree di lavorazione, che i ragazzi hanno potuto visitare accompagnati da Damiano Zaretta (responsabile aziendale per le risorse umane). Il ciclo produttivo comincia da un enorme piazzale, in cui vengono raccolte le diverse tipologie di frantumati, ma anche i conglomerati di scarto che provengono da rifacimenti stradali, utili perché, attraverso il riciclo, vanno a formare nuovi conglomerati; sono poi entrati nella cabina di controllo dove un computer specializzato con un software d’avanguardia permette di controllare tutte le fasi della formazione del conglomerato, dalla produzione al trasporto. Ultima tappa è stato il laboratorio chimico, in cui esperti hanno illustrato le varietà di conglomerati, mostrando le innovazioni uscite sul mercato e come si opera all’interno del laboratorio.
È evidente come tale visita sia stata istruttiva non solo per quanto appreso dal punto di vista conoscitivo e didattico, ma soprattutto per i valori sottesi: il benessere incontra il lavoro.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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