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da: organizzatori

PORTO GARIBALDI. Mancano tre giorni al più grande spettacolo musicale dell’estate, che si terrà venerdì 10 e sabato 11 giugno sul lungomare di Porto Garibaldi. Gli organizzatori, Made Eventi per la parte artistica e Po Delta Tourism e il Comune di Comacchio, hanno deciso di offrire questa grande vetrina ad alcuni giovani cantanti emergenti. Sul palco del Comacchio Beach Festival il pubblico avrà modo di applaudire cantanti con stili e generi diversi, da tutti di grande bravura e professionalità.
Cominciamo da LE 13, un trio tutto al femminile formato da tre giovanissime, come dice il nome del gruppo, uscite dai più importanti talent musicali televisivi italiani. In anteprima nazionale presenteranno il loro primo disco “Verano alegre” come dice il titolo un brano allegro e scatenato. Molto attesi dal pubblico ci saranno gli Ophidia, una band composta da musicisti lagunari di grande mestiere e talento, capitanati da Andrea Gelli, ex gloria della pallavolo ferrarese, con lui Antonio Beneventi alla chitarra, Gianni Mangherini al basso, Stefano Bolzonella alla batterie ed Emanuele Cinti alle tastiere. Parliamo poi di Katrin, quindicenne di Rovigo, che ha vinto Premio Autori della Warner Chappel. Vero e proprio talento della musica leggera italiana, si esibirà Thomas Cheval, che tutti ricorderanno reduce dal secondo posto ottenuto nel talent The Voice di Rai Due. Altra giovanissima Chiara Sandrini, premio voce esordiente 2016 ai Sanremo Music Award, ferrarese purosangue che interpreterà una cover famosissima. Ospite in entrambe le serate Andrea Belfiori, vincitore assoluto del Sanremo Music Award. A proposito del Sanremo Music Award, è stato siglato un gemellaggio fra il prestigioso premio sanremese e il Comacchio Beach Festival, che sarà ospite a Sanremo 2017 e poi ospiterà i vincitori del premio musicale.
Ancora due presenze femminili. Le Dogato Sisters and friends, simpaticissimo gruppo tutto al femminile, che eseguirà un medley del loro repertorio di brani celeberrimi degli anni sessanta-settanta dedicato a Gianni Morandi e alle canzoni più belle di quel periodo. Altro gruppo femminile le Ladies Gang, della scuderia di Marco Masini, che si vocifera parteciperanno alla prossima edizione di Domenica In.
Il cast dei big è invece composto da Fausto Leali, Fiordaliso, Francesca Gabbani (vincitore del Festival di Sanremo fra i giovani), i Dear Jack e lo Zoo di 105 e il dj Ale Zaccaria. Questo venerdì 11. Sabato 10 invece tre “nomoni”: quelli di Marco Masini, Arisa e Paolo Belli e la sua big band, poi il dj set con Roberto Stoppa. Tutto rigorosamente ad ingresso gratuito

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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