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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Borse di dottorato, assegni di ricerca, apprendistato in alta formazione, assegni formativi e percorsi per imprenditori: un Piano di interventi per fare acquisire alle persone competenze strategiche per una nuova economia e affrontare le sfide del cambiamento, in integrazione tra istituzioni, università, laboratori ed enti di ricerca, imprese. Il presidente Bonaccini: “Un intervento di sistema che mira a creare nuova occupazione e a renderla stabile e duratura”.

Bologna – Un piano di interventi per sviluppare, diffondere e applicare conoscenze strategiche per una nuova economia. Oltre 22 milioni di euro del Fondo sociale europeo per permettere a 600 giovani e 3.000 imprese (7.000 occupati tra imprenditori e figure chiave delle aziende del territorio) di acquisire competenze per affrontare le sfide del cambiamento e fare quel salto, in termini di specializzazione, internazionalizzazione e digitalizzazione, indispensabile per competere a livello globale. Borse di dottorato di ricerca, assegni di ricerca, apprendistato di alta formazione, assegni formativi, percorsi rivolti ad imprenditori e figure chiave che operano nelle imprese regionali. Sono gli strumenti, presentati questa mattina in conferenza stampa dal presidente Stefano Bonaccini e dall’assessore Patrizio Bianchi, che la Regione finanzia per fare delle persone, come stabilito con il Patto per il lavoro, il motore dei processi di innovazione della società e dell’economia regionale.
“Se vogliamo competere a livello globale dobbiamo puntare sulla qualità, di ciò che si produce ma anche di ciò che si progetta, si idea. E per farlo abbiamo bisogno di investire ovviamente anche sulle risorse umane – ha detto il presidente Bonaccini – La misura presentata oggi è all’interno del Patto per il Lavoro, perché interventi di sistema di questo genere mirano a creare nuova occupazione e a renderla stabile e duratura”.
“Un grande investimento sulle persone, sulle tecnologie e sulla ricerca per una nuova economia, che oggi è sempre più digitale – ha spiegato l’assessore Bianchi – Con questo provvedimento intendiamo dare un’accelerazione a tutto il sistema produttivo regionale, che ha bisogno di persone che sappiano gestire il cambiamento e questa nuova economia in crescita”.
Gli interventi, i primi a dare attuazione al Piano triennale alte competenze per la ricerca, il trasferimento tecnologico e l’imprenditorialità, si fondano sull’integrazione di politiche, risorse pubbliche e private e attori: istituzioni, università, laboratori ed enti di ricerca, imprese. Un’integrazione decisiva per dare vita a progettualità complesse che possano amplificare gli esiti dell’investimento regionale, garantire l’intelligenza dell’intero sistema e ripensare il territorio in una dimensione globale.

Risorse umane per un’economia digitale e lo sviluppo delle specializzazioni intelligenti
Con il primo intervento articolato in più fasi – la prima approvata con delibera della Giunta regionale n. 339/2016 – la Regione investe per permettere a giovani laureati – attraverso assegni annuali di ricerca, borse triennali di dottorato, contratti di alto apprendistato, assegni formativi per la frequenza di Academy universitarie – di intraprendere percorsi progettati e realizzati congiuntamente da università, enti e laboratori di ricerca e imprese per sviluppare nuove conoscenze, misurandone la trasferibilità in una dimensione produttiva. Un intervento innovativo che risponde ad una triplice finalità: sostenere le persone nell’acquisizione di competenze spendibili nei contesti di impresa, promuovere la collaborazione tra atenei, sistema pubblico e privato della ricerca e sistema economico-produttivo e portare capacità di innovazione anche in imprese di piccola e media dimensione.
Obiettivo del Piano Alte Competenze è fare dell’Emilia Romagna la punta avanzata della nuova manifattura che si sta ridisegnando a livello globale. Una manifattura sostenibile, connessa a servizi altamente specialistici, capace di coniugare produzione e trasferimento di conoscenza e di contaminare competenze culturali e creative con competenze tecnologiche per trasformare contenuti in prodotti con forti caratteri identitari e ad alto valore aggiunto. In coerenza con tale obiettivo i primi progetti – che gli Atenei dovranno candidare entro il 3 maggio 2016 – dovranno essere focalizzati su specifici ambiti e rispettive tematiche.
“Risorse umane per un’economia digitale” è il primo ambito e si articola in 5 tematiche: digital humanities e social science, e-commerce, industria 4.0, scienze della vita e big data. Per favorire l’aggregazione tra più soggetti e il generarsi di sinergie e intelligenza collettiva verso un obiettivo comune, in esito alla valutazione delle candidature, la Regione selezioneràun solo progetto per ciascuna tematica.
“Risorse umane per la specializzazione intelligente” è il secondoepotranno essere candidati progetti che concorrono agli obiettivi generali e specifici della Strategia di Specializzazione intelligente. La strategia di cui la Regione si è dotata per investire sui settori trainanti dell’economia regionale (sistema agroalimentare, sistema delle industrie e delle attività dell’edilizia e delle costruzioni, sistema della meccatronica e della motoristica) e sulle filiere emergenti delle scienza della vita e dell’economia creativa, a rafforzare i driver del cambiamento (ICT, green economy, benessere e qualità della vita) e a sostenere l’innovazione e la modernizzazione dei servizi e la sostenibilità ambientale dei sistemi produttivi.
Ogni progetto dovrà articolarsi in una o più misure e dovrà essere candidato da un partenariato pubblico-privato costituito obbligatoriamente da Enti e/o Istituzioni accreditati all’istituzione di corsi di dottorato o ammessi a conferire assegni per lo svolgimento di attività di ricerca; Enti/Organizzazioni e/o laboratori/centri di ricerca ed innovazione; Imprese e/o Consorzi di imprese e/o Reti di imprese.
10 milioni di euro (5 in questa prima fase e ulteriori 5 previsti tra giugno e settembre 2016) le risorse destinate a questi obiettivi.

Parte integrante del Piano per le Alte Competenze sono altri due interventi.
Risorse umane per l’internazionalizzazione, la digitalizzazione e lo sviluppo sostenibile delle imprese
Il primo intervento, imminente e finanziato con 10 milioni di euro, intende finanziare interventi che incentivino e sostengano processi diffusi di internazionalizzazione, digitalizzazione e sviluppo sostenibile e pertanto di riposizionamento competitivo della manifattura e dei servizi connessi e delle imprese del terziario e del turismo. Un intervento – articolato in percorsi formativi, seminari e azioni personalizzate per supportare i partecipanti a declinare quanto acquisito nella dimensione specifica d’impresa – che focalizza l’attenzione e l’investimento regionale su chi nelle imprese – 7.000 tra imprenditori e figure chiave – ha la responsabilità di elaborare e implementare strategie per governare il cambiamento e cogliere le opportunità di crescita e innovazione.
Risorse umane per le grandi infrastrutture di ricerca
Il secondo intervento, di questa prima fase di attuazione del Piano triennale Alte Competenze, in stretta integrazione con l’Assessorato Attività produttive e tra Fse e Fesr, intende investire per le infrastrutture di ricerca che presentano le potenzialità scientifiche, tecnologiche ed organizzative per permettere di rafforzare le capacità competitive delle imprese e migliorare i servizi resi ai cittadini: supercalcolo e big data; materiali avanzati e sistemi di produzione innovativi; genomica, medicina rigenerativa e biobanche anche in relazione con le attività finanziate con il POR Fesr. Compito del Fondo sociale europeo sarà finanziare un programma di sviluppo di alte competenze – 2,5 milioni di euro l’investimento – che preveda il coinvolgimento di un numero significativo di giovani ricercatori da realizzare prioritariamente attraverso il cofinanziamento di assegni di ricerca. Un tassello importante, in cui l’integrazione delle politiche e dei fondi europei è scelta decisa, per fare dell’Emilia-Romagna un hub europeo della ricerca.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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