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L’assessore Gazzolo interviene in Assemblea sull’emendamento in discussione: “E’ l’opportunità per realizzare il parco che abbiamo sempre richiesto, assicurando il massimo di tutela ambientale e valorizzazione di un’area straordinaria”. In Emilia il Parco del Sasso Simone e Simoncello, unico esempio di parco interregionale italiano, istituito con la Regione Marche

Bologna – “L’emendamento alla finanziaria sul Parco del Delta del Po ha un unico e chiaro obiettivo: il rilancio di un’area naturalistica tra le più importanti d’Europa e della sua ‘governance’ unitaria”. L’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo, rispondendo in Assemblea legislativa, interviene sulla proposta di modifica della legge quadro sui parchi (394/1991) in discussione al Senato.

“Rappresenta un passo avanti indiscutibile verso il parco interregionale che la Regione Emilia-Romagna ha sempre sostenuto, al punto da prevederlo con la legge di riordino istituzionale approvata nel 2015: non coglierla sarebbe miope e ci farebbe ripercorrere una storia che finora non ha dato risultati- continua Gazzolo-. Abbiamo di fronte una nuova, importante opportunità sul fronte della tutela della biodiversità, della promozione, valorizzazione e crescita di un’area premiata nel 2015 con il riconoscimento del Mab Unesco: permetterà di tenere alto il livello della tutela naturalistica e ambientale, superando duplicazioni gestionali e amministrative causa di diseconomie, difficoltà operative e disomogeneità nella programmazione”.

Il modello è quello del Parco del Sasso Simone e Simoncello. “E’ l’unico esempio di parco interregionale attualmente esistente in Italia, istituito insieme alla Regione Marche. Un’esperienza che dimostra la possibilità di far funzionare bene un parco tra più Regioni senza la necessità di istituire un parco nazionale. Per riuscirci- conclude Gazzolo- è importante che le associazioni ambientaliste dialoghino non solo con il Governo, ma anche con la Regione, per mettere in campo un vero lavoro di rete con il contributo di tutti”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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