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Da: Ufficio Stampa Ascom Comacchio

Le imprese del Commercio, Turismo e Servizi a Comacchio presentano le loro priorità ai futuri candidati sindaci alle Amministrative previste il 20 e 21 settembre. E’ Gianfranco Vitali, presidente della delegazione Ascom Comacchio e coordinatore della Cabina di regia di Destinazione Turistica Romagna a focalizzare in sei punti le richieste delle attività di vicinato che “Chiedono di essere protagoniste del cambiamento e delle scelte strategiche – spiega Vitali – sviluppando in premessa, inoltre, anche un nuovo dialogo con il mondo della della formazione e della scuola che tenga conto delle mutate esigenze del mercato e ne preveda gli sviluppi occupazionali sul medio e lungo periodo” . Considerazioni per il rilancio della costa e dell’entroterra: “Dobbiamo lavorare in un ottica coordinata – propone – con i limitrofi comuni del Ferrarese e del vicino Veneto e Ravennate. Serve un piano articolato per il rilancio del territorio nel suo complesso che permetta una proposta marketing che proponga Comacchio sul mercato turistico nazionale ed internazionale in modo vincente, sapendo cogliere le sollecitazioni in tema di eventi sull’intero anno, utilizzando la mobilità green, realizzando incentivi per il commercio, utilizzando la grande opportunità del Parco del Delta visto come una sola ed unica entità” auspica il presidente di Ascom Comacchio.

Le piccole attività di vicinato del Comune sono in sofferenza ed esiste il rischio desertificazione. Per contrastarla serve un piano di incentivazione e sostegno del centro storico di Comacchio e dell’intero Litorale.

Nuovo piano commerciale:

Allungare la stagione turistica :occorre allungare la stagione da aprile a novembre. L’offerta deve essere balneare da giugno a settembre e puntare negli altri mesi su ambiente, cultura, gastronomia, sport. Questo consentirebbe un notevole incremento degli investimenti e dell’occupazione giovanile. Dare continuità e rafforzare l’esperienza promo-commerciale Pubblico-Privata che ha coinvolto imprese ed enti di tutta la provincia e che in questi anni ha garantito visibilità sui vari mercati.

Patto strategico con i comuni del Delta: i comuni di Comacchio, Codigoro, Goro, Lagosanto, Mesola ed Ostellato debbono possedere una sola strategia turistica di prodotto e promo commerciale. Un’offerta così integrata renderebbe questo comprensorio in grado di competere sui mercati

Parco unico del Delta :occorre andare oltre gli egoismi territoriali e puntare con forza all’unione dei due Parchi del Delta (versante emiliano romagnolo e veneto). Una sinergia strategica che “avvicini” Comacchio a Chioggia e Venezia. Un unico grande Parco al centro delle due regioni turistiche più importanti d’Italia .

Piano valorizzazione della costa: per dare forza ed incisività al nostro litorale serve :

– una soluzione definitiva e strutturale contro l’erosione del litorale

– un progetto di investimento e mantenimento decoroso dell’arredo urbano e del verde

– un progetto di mobilità leggera capillare (compreso verso il Ravennate ed il Veneto). Sviluppare il progetto regionale di Metro di superficie per collegare Comacchio-Ravenna-Rimini.

– un progetto di riqualificazione delle seconde case ( “albergo diffuso”)

– progetto d’offerta turistico-balneare per target di clienti (famiglie, senior, giovani…)

– un progetto di valorizzazione del wellness e dello sport in generale

 

arena per spettacoli estivi sul litorale: serve una struttura permanente da circa 1500/2000 posti per spettacoli/concerti sulla costa

Proposte che poi saranno al centro di un momento di dialogo e confronto con la presenza degli stessi candidati ufficiali, promosso da Ascom Comacchio , come fu realizzato a giugno del 2017 in occasione delle precedente tornata elettorale comunale.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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