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da: Ufficio Stampa A.N.B.I.

Infopac a Milano, i progetti comunitari esaltano il valore internazionale della bonifica italiana.
Inaugurate due mostre galleggianti.

“Siamo stati primi ad approvare una legge contro il consumo di territorio, speriamo di essere i primi anche a varare una nuova normativa sulla difesa del suolo”.
L’auspicio è di Viviana Beccalossi, Assessore al Territorio della Regione Lombardia, che ha inaugurato le due mostre, allestite su altrettante piattaforme galleggianti lungo l’alzaia del Naviglio Grande a Milano, nell’ambito del forum “Gli usi produttivi dell’acqua per l’agricoltura e il cibo” previsto dal progetto comunitario Infopac.
“E’ superfluo ribadire –prosegue – il fondamentale ruolo che la Regione Lombardia riconosce ai Consorzi di bonifica, partner indispensabili nel contrastare le gravi conseguenze dei cambiamenti climatici. Ne è testimonianza l’appoggio che la Regione Lombardia ha deciso pressochè all’unanimità alla candidatura del paesaggio della Bonifica a patrimonio Unesco.”
Proprio a sostegno di questa candidatura va “letta” la mostra ““La civiltà dell’acqua in Lombardia”, in cui sono esposte opere fotografiche dei maestri Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Vittore Fossati, Mimmo Jodice, Carlo Meazza, Francesco Radino, Claudio Sabatino, i cui scatti hanno immortalato momenti di un territorio, la cui vita è indissolubilmente legata alla gestione della risorsa idrica. A questo aspetto è altresì dedicata l’altra esposizione, “I Consorzi di bonifica e di irrigazione per la difesa idraulica del territorio, l’irrigazione delle campagne, la salvaguardia dell’ambiente”, dal taglio maggiormente didattico.
“La location di questa iniziativa è quantomai significativa – sottolinea Alessandro Folli, Presidente di Anbi Lombardia, in rappresentanza anche dell’Associazione Nazionale – I Navigli milanesi non solo sono quotidianamente frequentati da decine di migliaia di persone, che hanno così l’opportunità di visitare le mostre, ma sono tornati ad essere un cuore pulsante della città grazie al recupero ambientale, realizzato da un Consorzio di bonifica, l’Est Ticino Villoresi; l’acqua trasparente e addirittura balneabile è l’immagine più bella della nuova funzione di quelli che oggi sono, a tutti gli effetti, consorzi per la tutela del territorio e della acque irrigue. Altro esempio è la vicina Darsena di Milano, porto cittadino, recuperato dal degrado ed oggi sede di molteplici iniziative, che hanno l’acqua come elemento comune. Avere portato in loco un progetto comunitario Infopac, il cui obiettivo è quello del migliore utilizzo della risorsa e del risparmio nonché tutela della qualità della stessa, avvalora la valenza internazionale di interventi, già patrimonio della nuova immagine, che Milano sta dando all’Italia ed ai visitatori di Expo. ”
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 11 Ottobre p.v. .

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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