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“Spero che da questo importante riconoscimento possa partire una nuova pianificazione cinematografica tutta ferrarese. Almeno, è da alcuni anni che sto lavorando affinché ciò avvenga. È da troppo tempo che un film ferrarese (girato nel territorio da professionisti del luogo) mancava da certi palcoscenici e non riceveva riconoscimenti così importanti. Siamo contenti”. Emozionato, ancora un po’ incredulo ma giustamente orgoglioso, l’attore Stefano Muroni racconta l’ultimo traguardo del film ‘La notte non fa più paura’. La pellicola è uno dei cinque film scelti dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (Sngci) per una ‘speciale segnalazione’: “Sono film che, con storie e obiettivi molto diversi, meritano di essere promossi. Ecco perché i Nastri d’Argento 2017 vengono proposti agli esercenti di qualità e al circuito dei festival, alle rassegne, a quell’associazionismo attento ad un impegno diverso, coraggioso, nel segno di un’attenzione per quel cinema indipendente che merita più di una ‘targa’ o una ‘menzione’: un invito a trovare nuove occasioni di visibilità. Sono cinque titoli, cinque ‘pezzi’ non troppo facili soprattutto da trovare in sala, che meritano invece di essere visti, recuperati oltre una distribuzione difficile, magari dal circuito delle rassegne e dei festival di qualità. Sono titoli che i Giornalisti invitano a far circolare meglio. Inaugurano simbolicamente un’iniziativa riservata ad autori e titoli capaci di portare sullo schermo storie capaci di provocare nuove emozioni, a cogliere spunti di denuncia e riflessione sociale poco frequentati anche da molto cinema d’autore”, si legge in una nota di Sngci. Sngci è la voce ufficiale della stampa cinematografica italiana, un riferimento per chi segue il cinema.

Il sindacato, di cui è presidente Laura Delli Colli (nella foto tra Stefano Muroni, a sinistra, e Marco Cassini) è guidato da un direttivo di firme delle principali testate, è nato ufficialmente nel marzo del 1946 e tra le sue molte attività di promozione per il cinema italiano, assegna i ‘Nastri d’Argento’, unico Premio istituzionale riconosciuto dal Mibact ‘di interesse culturale nazionale’ insieme al David di Donatello, promossi e organizzati dall’Accademia per il Cinema Italiano. Il 6 giugno 2017, al Museo Maxxi, nel corso di una serata di gala, sono stati consegnati alcuni premi speciali, tra i quali il ‘Nastro dell’anno’ a The Young Pope di Paolo Sorrentino e i ‘Nastri d’argento’ tecnici – fotografia, scenografia, costumi, montaggio, sonoro in presa diretto – e sono state proclamate le menzioni di 5 film, tra i quali appunto il film del terremoto dell’Emilia, opera prima del regista Marco Cassini.

‘La notte non fa più paura’ racconta il sisma che colpì l’Emilia nel 2012, il ‘terremoto delle fabbriche’: una storia capace di racchiudere fragilità e forza, tragedia e amore, amicizia e speranza. Pellicola low budget, finanziata in gran parte dalla docente Maria Rita Storti, ‘La notte non fa più paura’ continua a collezionare riconoscimenti. Ne parliamo con Stefano Muroni – ideatore insieme a Samuele Govoni – nonché sceneggiatore e attore protagonista. Classe 1989, attore professionista, Muroni si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma diretto da Giancarlo Giannini; ‘Telesio d’Argento’ come attore rivelazione, giovane scrittore a livello nazionale, conduttore del Giffoni Film Festival e fondatore del Centro Preformazione Attoriale di Ferrara.

Perché è importante per te questo riconoscimento del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani?
Sono orgoglioso, da ferrarese, per essere riuscito a riportare, dopo molti anni, il cinema ferrarese alla ribalta, nel circuito del cinema che conta. Troppo spesso nel nostro territorio ci fanno vivere di grandi miti: penso ad Antonioni, Vancini, Bassani, Rambaldi, Quilici. Grandi nomi che dobbiamo rispettare e studiare. Ma le nuove generazioni di cineasti si sono interrotte, non si sono rinnovate. Forse è giunto il momento di ricreare un terreno fertile per un nuovo cinema ferrarese che ritorni ad altissimi livelli. Questo almeno è l’obiettivo.

Ti aspettavi questa candidatura?
Ho lavorato molto per arrivare fino a qui, ma sinceramente non me l’aspettavo. Poi il film è indiscutibilmente bello, frutto di una collaborazione di tanti talenti. Non ce l’aspettavamo ma forse è anche giusto che i Nastri d’Argento si siano accorti di noi. Il film merita, ce lo sta dicendo la storia.

Con Marco Cassini hai lavorato di recente ad un nuovo progetto, ‘La porta sul buio’, in cui sei protagonista. Di cosa si tratta?
Sarà un film molto bello, scritto e diretto da Marco: tratta il tema dell’incomunicabilità tra le nuove generazioni, la poca voglia di confrontarsi su temi forti e necessari. In una condizione di totale incertezza sotto tutti i punti di vista – lavorativa, sentimentale, umana – nel film, c’è solo una certezza: la porta in fondo al corridoio non può essere aperta per nessun motivo. È un film che parla anche delle nostre paure ad andare oltre, a rischiare fino in fondo nella vita. Il trailer del film è stato presentato proprio ieri a New York, al New Young Cinema, la community internazionale del giovane cinema italiano.

E adesso, quali sono i progetti cinematografici in cantiere?
Un progetto sulle sette satire di Ariosto targato ‘Treccani Scuola’, un altro modo per valorizzare la nostra letteratura e la nostra città. Ma sopratutto sono in preproduzione con la prossima storia che voglio raccontare e girare nel ferrarese: il film su don Giovanni Minzoni, scritto da Marco Cassini (alla regia) in collaborazione con me e Valeria Luzi. Ora abbiamo dimostrato in maniera inequivocabile e professionale che realizziamo ottimo cinema. Non siamo più i ‘ragazzini’ di tre anni fa, per questo mi auguro ci sia un grande entusiasmo da parte di tutte le istituzioni politiche e culturali attorno ad un film che tratta una figura così bella quanto dimenticata della nostra terra e della nostra storia recente.

Il riconoscimento del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani rappresenta un nuovo importante incoraggiamento per continuare a realizzare il tuo sogno…
Assolutamente. Mi dà molta carica e convinzione, ma anche responsabilità. In fondo è solo l’inizio, non abbiamo ancora fatto niente. È vero, da Sky (che ha acquistato il nostro film per due mesi) ai ‘Nastri d’Argento’ abbiamo dimostrato che con poco – ma con professionalità e un certo senso di bellezza e sensibilità – possiamo ambire alla Serie A del cinema. Ma serve ancora molto lavoro per dimostrare che questo non sia stato solo un caso. Bisogna restare umili e continuare a lavorare assieme, istituzioni, territorio, enti, istituti, aziende. Solo con un obiettivo comune e condiviso, il cinema ferrarese può tornare tra le stelle.

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Eleonora Rossi


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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