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da: ufficio stampa Cia Ferrara

Il territorio del Delta, la sua ruralità e le produzioni tipiche verso il MAB Unesco, il riconoscimento che identifica le Riserve della Biosfera che preservano la sostenibilità ambientale

L’area del Delta del Po sarà presto riconosciuta come Riserva della Biosfera dal comitato del prestigioso programma Mab (Man and the Biosphere) dell’Unesco. Un riconoscimento importantissimo conferito a un territorio che identifica alla perfezione gli intenti del Mab: quello di preservare il rapporto uomo-ambiente e la biodiversità. Per la Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara si tratta certamente di un grande onore ma anche di un’opportunità per valorizzazione del territorio rurale di cui è composto prevalentemente l’area del Delta. Ruralità, agricoltura sostenibile, produzioni tipiche ed “etiche” sono, infatti, le parole d’ordine dell’associazione che punta a rilanciare il settore agricolo rimanendo nell’ottica della conservazione e tutela dell’ambiente. «Mancano ancora pochissimi step, puramente formali – ha spiegato Stefano Calderoni, presidente provinciale Cia – alla proclamazione dell’area del Delta come Biosphere Reserve da parte del Mab e per noi questo riconoscimento è un importante obiettivo strategico da raggiungere per rafforzare l’identità rurale del nostro territorio. Si tratta, per le vaste aree rurali che si estendono tra il Ferrara, Ravenna e Venezia, di un’opportunità di valorizzazione delle produzioni tipiche, che potranno acquisire un’identità e un valore ancora più marcati. Un’opportunità che le imprese agricole hanno, peraltro, contribuito a creare. Gli agricoltori e l’agricoltura ha un ruolo attivo e quotidiano – continua Calderoni – nel preservare l’ambiente e il territorio, producendo in maniera sempre più sostenibile e puntando alla qualità delle produzioni e al biologico. Se il territorio del Delta va verso il Mab Unesco, dunque, il merito è sicuramente di un ambiente naturale unico, ricco di avifauna e luoghi perfetti per la fruizione turistica ma anche dell’opera quotidiana svolta dagli agricoltori per non alterare l’ecosistema e mantenere la biodiversità. In attesa della dichiarazione ufficiale – conclude Calderoni – la nostra associazione si sta attivando per attivare nelle aree del Delta percorsi di fruizione rurale, legati alle produzioni agroalimentari tipiche, che potranno coinvolgere tutte le aziende agricole, dagli agriturismi alle aziende che svolgono vendita diretta ma anche chi si occupa di agricoltura più “tradizionale”. L’idea è quella di creare una rete che accolga il pubblico e i turisti che arrivano nel Delta per fruire, appunto, di questa Riserva naturale della Biosfera e fargli conoscere e scoprire i nostri prodotti, ma anche il “dietro le quinte” del lavoro agricolo e una tradizione rurale unica come il territorio stesso.»

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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