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Angela Bononi, ex studentessa dell’Università degli Studi di Ferrara, è tra i 16 finalisti del concorso Issnaf Award, dedicato alle 5 migliori ricercatrici e ricercatori italiani under 40 che lavorano negli Stati Uniti. Parteciperà il prossimo 7 e 8 novembre alla fase finale del concorso, che si svolgerà all’Ambasciata italiana di Washington sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La ricercatrice, classe 1983 e cresciuta a Fiesso Umbertiano (Rovigo), ha intrapreso la sua carriera all’Università degli Studi di Ferrara, dove ha frequentato il corso di laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e ha svolto il dottorato di ricerca in Biochimica, Biologia molecolare e Biotecnologie, lavorando nel gruppo di ricerca del Prof. Paolo Pinton. In attesa di prtecipare alla fase finale del concorso, proprio in questi giorni ha otenuto un altro prestigioso riconoscimento, il secondo premio come “Outstanding Employee of the Year” di RCUH (Research Corporation of the University) delle Hawaii.
Angela rappresenta sicuramente una fonte di ispirazione ed incoraggiamento per i nuovi giovani studenti Unife ed è la prova che con dedizione ed impegno e’ possibile realizzare i proprio sogni.

Sono stati anni molto intensi, di duro lavoro ma durante i quali ho imparato moltissimo, una cosa che ho apprezzato fino in fondo solo quando sono arrivata negli USA, ed ho visto il livello di preparazione che avevo rispetto a postdoc provenienti da altre nazioni. Durante i miei anni di ricerca a Ferrara ho ottenuto anche moltissime ottime pubblicazioni, che includono (per menzionarne solo alcune) articoli pubblicati in Science e Cell Death and Differentiation di cui sono tra i coautori, ed una pubblicazione su Cell Death and Differentiation di cui sono primo autore. Ancora una volta, quando sono arrivata negli USA mi sono resa conto di avere un CV che era molto al di sopra della media. Grazie alla rete di collaborazioni internazionali del prof. Pinton, nel 2013 Angela si è trasferita negli Stati Uniti, dove ha continuato i suoi studi all’University of Hawaii Cancer Center, Thoracic Oncology. La maggior parte dei progetti su cui ho lavorato da quando sono arrivata allo University of Hawaii Cancer Center sono stati condotti in collaborazione con il Laboratorio del Prof. Pinton. E’ stato decisamente un lavoro di squadra che ha portato ottimi frutti: lo scorso giugno abbiamo pubblicato insieme un articolo su Nature e un articolo su Cell Death and Differentiation. E dal momento che “squadra che vince non si cambia”, stiamo tutt’ora attivamente collaborando per espandere insieme i risultati ottenuti.

Angela ricorda bene il periodo trascorso in Unife, che è stato fonte di insegnamenti fondamentali per la sua carriera: Fare ricerca non è un lavoro facile, se così fosse avremmo già una risposta per tutto ed una cura per tutte le malattie. Fare ricerca comporta purtroppo una quantità di fallimenti molto superiore ai successi, e un ricercatore deve imparare a convivere con questi momenti e superarli, e saper gioire a pieno quando il successo arriva, perché posso garantire ripaga di tutto il resto. Durante il mio Dottorato di ricerca a Ferrara ho imparato anche questo, ad avere “spalle grosse” e superare i momenti di sconforto e insuccesso.

Maggiori info a questo link:http://www.unife.it/news/2017/novembre/intervista-angela-bononi/

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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