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Da: Ufficio Stampa Cia Ferrara
FERRARA – La lotta delle donne può cambiare il mondo, ma serve uno sforzo di tutta la società per risolvere i problemi di disparità di genere ancora persistenti e più che mai attuali. Donne in Campo e ANP (Associazione Nazionale Pensionati) di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara hanno organizzato, lo scorso 15 marzo, l’incontro “Parità di genere: una conquista di civiltà”, una riflessione su violenza e diseguaglianze persistenti nella nostra società. All’evento hanno partecipato: Luana Tampieri, presidente regionale Donne in Campo, Roberta Mori, presidente Commissione regionale per la Parità ed i Diritti delle persone, Stefano Calderoni, presidente Cia Ferrara e Ada Rossi, rappresentante di Donne in Campo.

“Una ragazza svedese di appena sedici anni – ha spiegato Luana Tampieri, presidente regionale Donne in Campo – che si chiama Greta Thunberg, con il suo coraggio e la sua forza di volontà, ha portato all’attenzione del mondo il problema del clima e dell’ambiente. Oggi, giornata del “Friday for future”, lo sciopero globale per clima, è l’occasione perfetta per parlare del coraggio delle donne che può davvero cambiare il mondo e dei diritti che abbiamo lottato per ottenere e che adesso vengono messi in discussione. Perché le donne muoiono per mano di uomini che pensano di possederle, che non rispettano la libertà dell’individuo e l’autodeterminazione”.

Diritti, possibilità di scegliere e autodeterminarsi i temi chiave del dibattito, come ha ribadito anche Roberta Mori
“L’uguaglianza di genere non può essere sancita per legge, ma deve essere sostanziale ed è una questione di civiltà, che manca in questo momento. Penso alle ultime sentenze dei giudici che alimentano una cultura del “delitto d’onore” perché giustificano l’omicidio di una donna e con delle attenuanti futili e ingiuste concedono sconti di pena. Come Regione abbiamo sottoscritto un protocollo per sensibilizzare i magistrati verso la violenza di genere, e varato la Legge Quadro sulla parità che ha dato risultati in tutti gli ambiti della società. Inoltre abbiamo spinto sulle pari opportunità nelle imprese e cercato di sostenere le madri che lavorano, attraverso il sostegno per la retta dei nidi e i servizi estivi. Facciamo, dunque, progetti perché non è il codice penale a far cambiare la cultura ma le idee e le reazioni tra i diversi soggetti della società, a partire proprio dalle associazioni come la vostra”.

In chiusura Stefano Calderoni ha ricordato che ogni 72 ore muore una donna per mano di un uomo. “La paura è che ci stiamo assuefacendo a questa situazione di violenza, invece dobbiamo indignarci, non perdere la lucidità. Penso a una forza politica che a Crotone ha distribuito un volantino dove si dice che l’uomo verrebbe leso nella sua dignità perché la donna è libera. L’unico anticorpo per combattere questa forma di ignoranza è lo studio – ha concluso il presidente Cia – far muovere l’intelligenza e le idee. Perché ogni giorno le cronache ci raccontano di approcci sbagliati contro le donne, a partire da quelli verbali e non è un problema che riguarda le donne, ma tutti noi”.

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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