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30 Dicembre 2016

Appello Arci

Tempo di lettura: 3 minuti


Da: Arci Ferrara

Passata la consultazione referendaria purtroppo non registriamo ancora dal dibattito pubblico stimoli e idee in grado di mantenere e valorizzare la grande partecipazione ottenuta.

Crediamo fondamentale avviare, ciascuno nel suo ambito di riferimento, un’ampia discussione ed ascolto per provare a far fronte al profondo scollamento generato ad esempio tra i giovani e nelle periferie.
Percepiamo ancora troppo silenzio in generale da parte di tutti i partiti della città, ma desideriamo rivolgerci al Partito Democratico in primis, quale principale realtà partitica ancora strutturata sul territorio ed attuale forza di Governo.
La fase storica e la ritrovata voglia di intervenire deve spingerci tutti a non rinunciare al confronto con l’obiettivo comune di costruire una nuova visione sociale. Occorre dotarsi di nuovi strumenti per tenere assieme le relazioni tra Città e periferia e contribuire al rilancio di un’azione generativa anche di nuovi capisaldi valoriali che possano ‘contagiare’ anche altri livelli Istituzionali.

La nostra Associazione di Promozione Sociale, che pratica quotidianamente la dura fatica del confronto e dell’approfondimento, è disponibile assieme a tutti gli altri interlocutori a raccontare ciò che sentiamo tra la gente.
Ripartiamo da lì, attraverso l’esercizio del pensiero autonomo, lontano dalle esiziali logiche di schieramento, ma interrogandosi su quale patto sociale si propone ora?
Ragioniamo di come facciamo a contrastare la semplificazione del ragionamento e la superficialità per migliorare l’efficacia e la chiarezza del messaggio che viene trasmesso.
Come si riesce a costruire una rinnovata azione di sinistra riformista che contrasti le disuguaglianze. Un esempio può essere quello di ‘agire localmente per promuovere globalmente’. Perchè , dunque, non valorizzare, ad esempio, l’approvazione della legge sul reddito di solidarietà della Regione Emilia Romagna facendone una conquista per promuovere un reddito di cittadinanza?

Rimanere concentrati, ad esempio, sull’obiettivo generale di lotta alle disuguaglianze contribuisce a contrastare il populismo, contro il pensiero semplificatorio ed esclusivamente emotivo, contro l’accentuazione dei toni da tifoseria (o da tastiera) che finisce per svuotare la dimensione democratica e creare distacco.
Distacco e spaesamento è ciò che percepiamo tra la nostra gente. Chi è, dunque, interessato a capire quel senso di solitudine che pervade la popolazione? Interessa l’obiettivo generale? Siamo in grado di non cedere ad auto assoluzioni o peggio a rese dei conti? Mettiamoci ad ascoltare.

L’ARCI di Ferrara ed i suoi circoli sul territorio sono disponibili ad agevolare un dialogo con la politica e le organizzazioni sociali promuovendo momenti di riflessione congiunti.
Purtroppo stiamo vivendo anni di ostilità nei confronti di tutti i corpi intermedi, contro i partiti politici, contro i sindacati e contro il Terzo Settore.
Ma un corpo intermedio favorisce le intermediazioni, lo scambio, l’approfondimento, la pluralità che non necessariamente deve essere conflittuale. Oggi serve costruire invece di lacerare, ‘rammendare’ invece di dividere.
Non ci accontentiamo di un pensiero rassicurante, breve, di corto respiro, facente leva sul predominio emotivo e un pensiero emancipativo, ragionevole e meditato nella costante tessitura di relazioni sociali e confronto.

In conclusione, giovani e periferie si sono nuovamente avvicinati alla politica e non debbono essere lasciati alla conquista delle forze retrive e divisive. Lì si gioca il futuro e la crescita del nostro paese.

Chi è d’accordo batta un colpo.

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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